Francesca Fioretti dopo la morte di Davide Astori: una nuova vita a Milano

In questi mesi di assoluto silenzio Francesca ha passato le vacanze d’estate a Berlino da un’amica e con la sua Vittoria ha cercato di fare quello che avrebbero fatto se ci fosse stato anche Davide. Ha cercato di non far pesare sulla figlia la mancanza del padre e dal suo sorriso ha capito di esserci riuscita. Ma la vita non può fermarsi e adesso è giunto il momento di ricominciare. E tutto parte da Milano dove Francesca ha trovato una casa in affitto (per l’appunto il proprietario è un fiorentino) perfetta per lei e la bambina. E il suo obiettivo è che comunque riesca a realizzare quello che lei e Davide avevano in progetto.

Abbiamo vissuto giorni bellissimi insieme. Non posso accettare che sia andato via così. Non è stato un incidente, una malattia… Sembrava una favola brutta, era la fine di tutti i progetti che avevamo fatto insieme, dei sogni, dei desideri. In una di quelle scatole c’è un salvadanaio a forma di maialino che ho fatto io con la tecnica del decoupage. Solo che lì Davide ed io non mettevamo i soldi ma dei foglietti con i nostri desideri e i nostri ricordi. Non lo abbiamo mai aperto, forse lo farà Vittoria, forse sceglierà un giorno importante per lei.

Adesso Francesca tornerà piano piano al suo lavoro, in teatro a Milano, e la rivedremo presto in una puntata della fiction I Bastrardi di Pizzofalcone che aveva girato pochi giorni prima della morte di Davide.

Ora la mia vita deve ricominciare. Ce la metterò tutta. Di una cosa solo sono certa. Di aver reso felice Davide nel tempo che abbiamo vissuto insieme. Nei momenti di sconforto penso che il destino con noi sia stato davvero ingiusto, ma sono disposta a sostenere il peso del dolore perché se non avessi incontrato Davide non ci sarebbe stata la gioia del nostro amore che ha reso possibile che lui si realizzasse e completasse come uomo e come padre. […] Dovevamo camminare insieme, fino a perderci. Invece siamo soli. Tutti e due. C’era una vita possibile, per me e per lui. Ora, almeno per me, ce n’è un’altra, che non ho scelto. La costante gioiosa è Vittoria. Vittoria, la vita che non smette.

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