Gemma Galgani racconta la malattia della madre e la morte

Nel 1964 Gemma Galgani passava un periodo bello e spensierato con la famiglia, e soprattutto con la madre. Ma purtroppo tutto si è spezzato improvvisamente in una giornata come tante altre e in una situazione quotidiana.

Un giorno che non dimenticherò mai, la mamma uscì per recarsi a una banale visita di controllo: un bacio a noi figlie e le consuete parole premurose: “Gemmina bada a Silvana!”. E invece mandarono urgentemente a chiamare il babbo, che aveva il suo ufficio proprio vicino all’ospedale, per metterlo al corrente del fatto che la mamma era gravemente malata, colpita dal male del secolo, del quale ancora oggi faccio fatica a pronunciare il nome senza avvertire un nodo in gola.

A informare il babbo fu il professor Caldarola, che in seguito divenne per noi una persona quasi di famiglia. Quel brutto giorno il destino mi ripropose la medesima scena di tanti anni addietro, quando si era ammalata Silvana. Vidi infatti mia madre entrare in casa con il babbo, gettare frettolosamente in un borsone delle camicie da notte, la sua vestaglia da camera e la sua biancheria personale più bella, un bicchiere, una tazza, il portatovagliolo rigorosamente ricamato a mano, alcuni asciugamani del corredo, i fazzoletti da naso.

Questa scena ha sconvolto Gemma Galgani e l’ha portata anche ad avere un certo comportamento nella sua vita (in ogni ambito). Non seppe subito cosa stava succedendo alla madre, fu la sorella maggiore, Anna, a raccontare che la mamma aveva un carcinoma all’utero.

E proprio dalla malattia della madre, Gemma Galgani ha voluto lanciare un messaggio a tutti.

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