Quando Gemma Galgani si sposò sotto le feste di Natale
Il Natale più doloroso di Gemma Galgani Durante gli anni, le festività non sono state solo tutta gioia e magia.…
Il Natale più doloroso di Gemma Galgani
Durante gli anni, le festività non sono state solo tutta gioia e magia. Ed infatti Gemma Galgani ha ricordato anche il Natale più triste e doloro, cioè quello che è stato l’ultimo per la madre.
[Il Natale più triste è] quello in cui eravamo tutti consapevoli che sarebbe stato il nostro ultimo Natale in compagnia della mamma. Qualche giorno prima, infatti, proprio un malessere della mamma le aveva tolto ogni speranza di guarigione, nonostante la gioia precedente perché aveva superato un’operazione molto complicata. Le porte del reparto che che si erano chiuse dietro di lei quando era stata dimessa, si sarebbero riaperte il 2 gennaio per accoglierla definitivamente. A noi il compito più difficile di sostenerla, di infonderle la fiducia che tutto sarebbe andato per il meglio. Di trovare la risposta giusta per ogni sua perplessità, dato che lei non aveva consapevolezza di quanto fosse grave la sua situazione.
Quel Natale avrei illuminato per lei non solo il nostro quartiere, ma tutta la città e il mondo intero; dovetti limitarmi al portone e alle scale del nostro condominio, con la scusa di essere sempre stata la figlia un po’ pazzerella. Per non far insospettire la mamma, anche nei regali ci comportanno con una progettualità futura. Per lei che era amante dei viaggi in camper avevamo “impacchettato” un soggiorno sulle Dolomiti, una meta che le era piaciuta moltissimo e dove aveva espresso il desiderio di tornare l’estate successiva. Inutile dire che quel viaggio non ci sarebbe mai stato.
Anche il pranzo nataliazio fu il più ricco di sempre, con una quantità di portate di cui perdemmo il conto, piatti genuini che avevo fatto preparare con molta cura e attenzione senza lasciare nulla al caso. La sua passione per il cibo e per la buona cucina l’avevano sempre accompagnata, ma quel pranzo non rappresentava più un inno alla vita.
L’atmosfera pesante, la tristezza che si toccava quasi con mano e si leggeva anche negli occhi dei nipotini rendevano tutto molto straziante. Per questo io e le mie sorelle trovavamo le scuse più inimmaginabili per andare e venire dalla cucina e ritagliarci un momento per soffocare il nodo alla gola. Ricordo che alla mia tristezza si aggiungeva un senso di colpa che mi toglieva l’aria al pensiero di quei pranzi di Natale, preparati nei minimi dettagli dalla mamma, che non avevo condiviso con i miei genitori a causa del lavoro. Per questo non mi stanco mai di suggerire a tutti di non rinunciare mai alla condivisione dei momenti speciali con gli affetti più cari. Perchè poi vengono a mancare in modo imprevedibile e non si può più tornare indietro.