George Clooney in Vaticano: il trionfo del marketing
Per essere un’Istituzione che ha riconosciuto la ragione di Galileo Galilei nel sostenere che la Terra non fosse al centro…
Per essere un’Istituzione che ha riconosciuto la ragione di Galileo Galilei nel sostenere che la Terra non fosse al centro dell’Universo con qualche secolo di ritardo, la Chiesa negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, recuperando quasi del tutto -almeno sul fronte del marketing- l’enorme voragine che la separa dalla gente del 21esimo secolo.
Ed ecco qua come, tra i tanti meritevoli di riconoscimenti (molti dei quali umili esponenti della Chiesa stessa) per l’impegno profuso ai fini dell’integrazione e, in ultima analisi, di una pace più stabile e duratura, siano casualmente stati scelti George Clooney insieme alla moglie Amal e all’amico Richerd Gere.
La premessa è d’obbligo: il merito di impegnarsi anche su questi fronti va indubbiamente riconosciuto al di là del mestiere che una persona abbia scelto di esercitare nella vita, tuttavia appare quanto meno singolare la scelta proprio di queste star di Hollywood come destinatarie della medaglia dell’Ulivo della pace.
Singolare perchè? Vi domanderete.
Beh, tutti sappiamo che dove c’è personaggio c’è attenzione. Se aprite un negozio di calze rammendate male in Val D’Arzino molto probabilmente non arriverete agli onori delle cronache nazionali. E altrettanto probabilmente la notizia potrebbe essere ignorata anche dalle cronache locali. Ma se all’inugurazione di quello stesso negozio invitate il vostro amico George Clooney, beh, allora è quasi certo che vedrete arrivare frotte di fotografi, troupe televisive, fioccheranno articoli sull’originalità del vostro business e vi tempesteranno di chiamate per scoprire il come, il dove, il perchè e soprattutto il quanto.
E giù a vendere calze rammendate male, come fossero l’ultima frontiera della tendenza.
Ecco allora che in un momento in cui un’istituzione millenaria che patisce inevitabilmente le conseguenze di scelte e comportamenti che l’hanno portata a perdere smalto, consensi e potere decide di vestirsi di polvere di stelle invitando a palazzo i nomi più internazionalmente conosciuti dello star system hollywoodiano tutto sembra essere perfettamente coerente, se guardato attraverso la spietata lente del marketing.
Forse non sarà così. Forse.
Eppure è impossibile non domandarsi se tra i tanti sconosciuti che tutti i giorni si sporcano le mani per mettere insieme il buono col cattivo nel tentativo di far diventare buono anche il cattivo non ci fosse chi meritava un riconoscimento forse anche più dei signori dello schermo.
E’ impossibile non avere la tentazione di chiedersi se, in odore di otto per mille tutta questa amorevole stretta di mano alle più famose mani sul mercato non sia un modo per attirare l’attenzione e magari indurci a mettere le nostre mani una sul cuore e l’altra sul portafogli.
Saranno, le mie, perfide insinuazioni frutto di elucubrazioni prive di ogni fondamento? Boh. Osserviamo i fatti e ne traiamo delle conclusioni, come tutti, sapendo di non essere esenti da errori. Se sbaglio mi premuro anticipatamente di offrire le mie scuse. Se sbaglio, mi corigerete.