La difesa della Sony e la sentenza del giudice

Stando sempre a quanto riportato da Il Corriere della Sera, i giudici hanno dichiarato riguardo questa vicenda: “La semplice notizia della relazione extraconiugale di una donna, ed ancor più dell’esistenza di tracce materiali visibili di tale relazione, suscitano ampia curiosità, specie in quel contesto dove lei abitava, diventata immediatamente materia di pettegolezzo”.

La casa discografica di Gigi D’Alessio, la Sony, riteneva invece di non dover risarcire la donna dal momento che il video era stato girato all’aperto. E, quindi, vi era un presunto consenso tacito. A supporto di questa tesi, la Sony aveva dichiarato che la signora “aveva soffermato lo sguardo sullo strumento di ripresa per alcuni istanti”.

Per i giudici il soffermarsi a guardare poteva trattarsi di una semplice curiosità. Tra l’altro è stato provato che non vi fosse nemmeno una scenografia così da far supporre che stessero girando un video. La Sony ha provato a dire che la relazione della donna col marito fosse già compromessa prima delle riprese. Ma è stato invece dimostrato che è stato proprio il videoclip del brano di Gigi D’Alessio a portare al divorzio.

Insomma, la casa discografica è stata costretta a risargire la signora. Ma ovviamente Gigi D’Alessio non è responsabile di tutto quello che è accaduto.

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