Il Baretto di Milano dove si decidono i destini dei politici
Se il programma di Bruno Vespa è chiamato la Terza Camera, perché è lì che si incontrano i politici che…
Se il programma di Bruno Vespa è chiamato la Terza Camera, perché è lì che si incontrano i politici che contano, c’è una quarta camera, ben lontana dai palazzi del potere di Roma, ma ben più importante, dove si decidono i destini della politica italiana, le alleanze, le sfide, le rotture. Parliamo del Baretto di Milano, il ristorante con più di 40 anni di storia, da tempo ospitato nella sede dell’Hotel Baglioni che si estende su via Senato, ma con un ingresso diretto e privatissimo su via della Spiga. Ma chi sono i politici che lo frequentano? I proprietari Ermanno Taschera e Vincenzo Zagaria sono muti come pesci sui loro clienti, anche se si fa prima a dire chi non ci va. Andarci però non è tutto, anzi, esserci, ma seduti a un tavolo sbagliato potrebbe decretare la fine del politico di turno ignaro di certe regole sociali mai scritte e quindi ancora più importanti.
Al Baretto ci sono due sale, la prima (fumatori, ma non per questo meno piacevole, visto che l’aerazione è perfetta come quella di una navicella spaziale), detta la sala del Senato, perché si affaccia su via Senato, e una stanza molto bella, interna, non fumatori, ed è lì che finiscono gli ignari, poveretti. Se nella prima sala si incontrano i grandi stilisti, i grandi imprenditori di Milano, e, quel che conta, i grandi direttori di quotidiani, corteggiatissimi dal potere, nella seconda trovi solo la buona borghesia un po’ noiosa, stranieri e dive della moda come Franca Sozzani e Anna Wintour, direttrici di Vogue, affascinanti sì, potenti sì, ma solo per chi vende una giacchetta e non per chi decide come far conoscere i propri piani di potere politico. Come ottenere un posto dove chi conta c’è? Mistero, ancora non si è capito chi decide la disposizione dei tavoli. Anche in questo caso Vincenzo ed Ermanno tacciono come pochi e la curiosità ci divora.