Il piacere di piacersi con Pierfrancesco Bove: le frontiere della bellezza
Il lavoro e le nuove frontiere della chirurgia estetica secondo Pierfrancesco Bove, medico e chirurgo della bellezza amico di Novella
Il Dottor Bove, che con questa rubrica su Novella 2000 spiega il mondo della chirurgia plastica e della medicina estetica, per una volta si mette nei panni dell’intervistato e risponde alle domande che riguardano il suo lavoro, gli approcci più innovativi e le esperienze più coinvolgenti come medico.
Gli interventi più frequenti
Dottor Bove, partiamo dagli uomini: come è oggi il loro rapporto con l’estetica, dal suo punto di vista?
“Negli ultimi anni il mondo maschile è cambiato. Nella società moderna anche l’uomo ha bisogno di mostrare un aspetto più curato. Come medicina estetica il trattamento più diffuso è sempre il botox, trattamento che agisce sulla contrazione muscolare riuscendo così a distendere le rughe del terzo superiore del volto, ridonando freschezza e sensualità allo sguardo.
In questo modo, anche ad una cena di lavoro, si dà sempre l’idea di esser tonici e rilassati. Con una tecnica da me descritta, lo Smart Botox, è possibile vedere subito il risultato potendo così personalizzare il trattamento da paziente a paziente, e conservare estrema naturalezza.
Invece come chirurgia, principalmente rinoplastica, blefaroplastica e Liposuzione 4D per le classiche maniglie dell’amore, ahimè cruccio di noi maschietti. Anche qui, interventi mini-invasivi ed eseguibili in regime ambulatoriale, garantendo così una rapida ripresa post operatoria”.
Qual è l’intervento che esegue più spesso?
“Di sicuro la oramai famosissima SMARTMASTOPLASTICA. Un intervento di Mastoplastica additiva descritto e brevettato da me, che permette di eseguire un aumento volumetrico del seno in soli 20 minuti, in anestesia locale con sedazione, senza ausilio di drenaggi e in regime di day hospital.
La paziente fa l’intervento al mattino e nel pomeriggio è a casa con il suo seno nuovo, il tutto in totale sicurezza e qualità. Ovviamente, in quanto intervento chirurgico, merita il dovuto rispetto. Ma garantisce in questo modo una ripresa post-operatoria molto rapida, e risultati estremamente naturali”.
Per un Belfie da urlo
Qual è l’ultima frontiera della chirurgia plastica estetica?
“L’attenzione è rivolta al lato B. Anche sui social oramai si parla di Belfie, ovvero il selfie del lato B. La gluteoplastica è uno degli interventi che eseguo con più frequenza in ogni periodo dell’anno! Può essere eseguita con diverse tecniche, ma le mie preferite sono il Lipofilling, cioè prendere grasso dalle zone in eccesso per poterlo poi riposizionare in questo caso sui glutei. Soprattutto quando abbiamo magari del grasso da voler eliminare in zone particolari del nostro corpo.
E poi il filler, cioè una gluteoplastica medica non chirurgica, con infiltrazioni di acido ialuronico riassorbibile in un paio di anni, dove la paziente non ha un post-operatorio da seguire ma può da subito riprendere ogni sua attività sociale con un lato B da urlo! Anche in questo caso si tratta di una tecnica da me descritta, la Smart butterfly butt, ormai notissima ai più”.
Carità e VIP
Lei ha eseguito diverse missioni umanitarie all’estero… Come le è venuta questa vocazione?
“È una promessa che mi ero fatto da quando ho deciso di fare il chirurgo. La missione che più mi è rimasta nel cuore è di certo quella svolta in Tanzania. Sono stato due mesi lì, a operare. Credo che quell’esperienza mi abbia cambiato la vita! È un’esperienza che chiunque, ma soprattutto un medico, dovrebbe affrontare almeno una volta nella propria vita. Si dona tanto e si riceve tantissimo. Una vera lezione di vita, formativa, che ci resta dentro e ci rende migliori”.
Lei viene attualmente considerato tra i primi chirurghi estetici in Italia, ed è amico di tantissimi VIP. Immagino anche suoi pazienti…
“Ho la fortuna di stringere sempre rapporti di amicizia tra me e le mie pazienti. È uno dei lati del mio approccio al lavoro che adoro. E pur non vivendo spesso ‘occasioni mondane’, tutti i VIP che si rivolgono a me lo fanno per la mia estrema naturalezza nei lavori che svolgo. Da lì, poi, parte un’amicizia che va oltre il lavoro. Con alcuni di loro in particolare ho legato moltissimo. È uno dei meravigliosi lati del mio lavoro”.