Lamberto Sposini: i settant’anni di un Maestro del giornalismo TV
Il direttore di Novella 2000 Roberto Alessi ricorda Lamberto Sposini, presto settantenne. Gli insegnamenti, il gossip e il garbo in TV
Lamberto Sposini compie 70 anni
Lamberto Sposini compie settant’anni venerdì 18 febbraio. È uno degli uomini più affascinanti che abbia conosciuto: bello, colto, autorevole. A volte mi sembrava che se la tirasse un po’, e non era impossibile sentirlo incavolato come pochi se qualcosa nel lavoro andava storto, ma era un Maestro.
Lui non lo sa, ma a Lamberto io devo tanto. In un periodo in salita della mia vita Daniel Toaff, che era vicedirettore di Rai 1, mi chiese di partecipare a La Vita in Diretta che lui conduceva.
Alla parola gossip credo che Lamberto Sposini si sarebbe messo due dita in gola, perché non era certo quella l’informazione che forse voleva portare nella sua trasmissione (che aveva grandissimo successo). Ma insieme funzionammo, la rubrica andò benissimo. Mi aveva accettato, e per me fu una grande occasione.
E lui, che era molto rispettoso del lavoro altrui, mi diceva: “Tu parli di vite private come altri giornalisti specializzati in economia parlano di azioni di borsa e imprese, con professionalità”.
Non ci siamo mai frequentati se non a Rai 1, a parte qualche incontro nei ristoranti romani (buongustaio e ottimo cuoco). Piaceva alle donne, quanto piaceva!
Aveva anche qualche storia “molto più giovane, famosa e bionda”. Io sapevo le virgole, ma ho taciuto (lei era sposata con figli) e piaceva ai colleghi, per la sua classe e preparazione.
Si era trovata bene anche Mara Venier, sua amica, che gli fu affiancata e con successo a La Vita in Diretta. In quel periodo andava a Rai 1 anche cinque volte a settimana. Io gravitavo soprattutto nelle pagine di cronaca, anche nera, di Mara Venier, ma ci incrociavamo spesso.
Il malore in studio
E proprio insieme dovevamo trovarci quel pomeriggio del 29 aprile 2011, per una puntata speciale dedicata interamente alle nozze tra William d’Inghilterra e Kate Middleton.
Sul divano bianco noi ospiti eravamo già seduti: la partenza del programma era annunciata per le 14.10, in anticipo, proprio per le nozze reali, dopo il Tg1. C’eravamo io, Catherine Spaak, Cristiano Malgioglio, Emanuela Falcetti. E improvvisamente si sentì un tonfo, e Mara che con la voce amplificata dalla diffusione in studio, pieno di pubblico, che urla “Lamberto sta male!”.
Lamberto Sposini era a terra, non voglio raccontare particolari. Daniel Toaff corse a chiamare i medici di turno della Rai. “Ho fatto i gradini a tre alla volta”. Emanuela Falcetti aiutava Sposini incosciente e fu straordinaria, davvero. Io chiamavo il 118 (un servizio eccezionale che avevo chiamato altre volte e che in genere arriva in pochi minuti dopo), ma non sembrava arrivare mai.
Chiamai anche la mamma della sua bambina, la giornalista Sabina Donadio. Non stavano più insieme, ma erano unitissimi per amore della figlia. Era spento il telefono. Chiamai allora suo marito Umberto Brindani, direttore di Oggi.
Lamberto Sposini oggi
Lamberto Sposini fu portato in ospedale, scoprirono poi che era emorragia cerebrale. Andammo in onda in ritardo. Una scelta anche per non spaventare i famigliari, che non sapevano e che non vedendolo in video si sarebbero allarmati.
Disse poi Mara:
“Non sapevo che Lamberto stesse così male. Mi hanno spiegato che aveva avuto una congestione, che non dovevo preoccuparmi. Non sarei mai andata in onda. Non avrei mai potuto, ma mi è stato detto che la situazione era sotto controllo. Al pubblico ho detto quello che avevano spiegato a me pochi secondi prima: che Lamberto si stava riprendendo. Non potevo immaginare”.
Da allora Lamberto Sposini non ha più lavorato. Vive a Milano, aiutato da Sabina e da amici cari.
Non sono mai andato a trovarlo, per rispettare quella che credo fosse una sua riservatezza.
So che vive sereno e pieno d’amore. Riceve le visite di Mara Venier, di Barbara d’Urso, di Simona Ventura, di Enrico Mentana, di Carolyn Smith che lo aveva in giuria da anni a Ballando con le Stelle fino all’ultimo.
Ha tenuto duro, non ha fatto più il giornalista, ma ha fatto uno dei lavori più difficili al mondo: il padre. E so che in questo è stato ed è eccezionale.
Auguri, Maestro.
a cura di Roberto Alessi