L’anima dell’estetica con Giuseppe Sito: a misura di bellezza
Donne e mastoplastica Narcisismo, carenza di autostima, esibizionismo, con quanti termini e nessuno piacevole, sono state apostrofate le donne che…
Donne e mastoplastica
Narcisismo, carenza di autostima, esibizionismo, con quanti termini e nessuno piacevole, sono state apostrofate le donne che scelgono di avere o riavere un bel décolleté!
In realtà, fatto salvo qualche capriccetto delle donne più giovani (a proposito, al di sotto dei 18 anni l’impianto di protesi mammarie è vietato), la Donna che si avvicina all’impianto di protesi mammarie, la cosiddetta mastoplastica additiva, è sempre molto consapevole. Ha già parlato con le amiche, ha guardato internet, spesso si è già sottoposta a una o più visite chirurgiche… Ma non basta, occorre avere le idee davvero chiare.
Allora tentiamo, con quest’ultimo articolo della serie, di dare piccole ma utili informazioni.
La scelta delle protesi si fa assieme. Sì, proprio a quattro mani. Innanzitutto il volume. Ogni chirurgo plastico ha di solito in studio degli esempi di protesi di varie misure, che vengono posizionate nel reggiseno, e danno una idea più o meno realistica di quel che si può ottenere. Basta nascondere l’impianto, in questo caso fasullo, mettersi di profilo dinanzi allo specchio che certo nello studio del chirurgo plastico non manca mai, e osservarsi.
Non piace, troppo piccola? E allora basta provare quella immediatamente successiva. Di solito, le misure delle protesi salgono di 100 cc in 100 cc, più o meno, come i reggiseni e nella media italiana, le protesi più adoperate sono quelle che vanno da 270 cc, una terza scarsa, ai 400 cc.
Tra volume e forma
E attenzione a non esagerare: la protesi, quando aumenta di volume, non aumenta solo di proiezione ma anche di larghezza. Quindi, se la si sceglie eccessivamente grande, avremo sì un bel seno. Ma la protesi, se troppo grande, potrebbe invadere l’ascella, così ci si trova ad avere una vera mostruosità.
Quindi: volume sì, ma attenzione a quanto largo è il décolleté e com’è la gabbia toracica.
La forma. Ma le protesi non sono tutte uguali? No, già da alcuni anni esistono protesi rotonde, certamente le più utilizzate, e protesi cosiddette anatomiche.
Sulle protesi tonde c’è davvero poco da dire, ingrandiscono il seno in tutti i quadranti e non offrono particolari complicazioni.
Sulle protesi anatomiche, che tanto affascinano le pazienti, c’è invece da spendere qualche parola in più.
Innanzitutto, non si può e non si deve alterare la forma di un seno. Per cui, se si nasce con il seno tondo, si può certamente ingrandire ma rispettandone la forma originale.
Inconvenienti delle protesi tonde
Invece, le protesi anatomiche trovano una loro particolare collocazione se il seno è un po’ scivolato verso il basso, diciamo 1-2 cm. Allora, riempiendo maggiormente il polo inferiore, dove cioè la protesi anatomica è più grande, si riesce ad avere l’illusione della risalita del seno.
Non male, anche se il seno acquisisce una forma un po’ a pera, che non a tutte piace. Inoltre esiste un altro problema: talvolta, per vari motivi, la protesi può ruotare, e mentre la protesi tonda anche se ruotata lascia il seno tondeggiante, la protesi anatomica se ruota può mettersi orizzontale, dando alla mammella una immagine davvero brutta.
Insomma, non c’è dubbio: la scelta di volume e forma deve essere condotta in accordo con il vostro chirurgo, che saprà di certo illustrarvi tutte le possibilità, e darvi il suggerimento migliore. Ora credo di avervi proprio detto tutto sul magico mondo della chirurgia estetica della mammella. Ma se ci fosse ancora bisogno di un chiarimento, nessun problema, io ci sono sempre!
a cura di Giuseppe Sito