L’artista Gianni Moramarco: a tu per tu col nuovo Warhol
Barbara Carere intervista Gianni Moramarco, tra i più innovativi e originali artisti del momento che qualcuno ha definito il nuovo Warhol
Intervista a Gianni Moramarco
“Ciò che si vede dipende da come si guarda. Poiché l’osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo”. In questa frase dell’artista torinese Gianni Moramarco si cela tutta la sua creatività.
Artista eclettico, Moramarco spazia dalla produzione artistica all’architettura e si occupa di fashion design. Ma come nasce Gianni Moramarco artista?
“Mi iscrivo a un corso di pittura all’età di 16 anni per seguire una ragazza”.
Le sue opere cosa rappresentano?
“Le mie opere spaziano dai contesti urbani a musei di mia invenzione, con citazione a grandi artisti del mondo dell’arte, dell’architettura e del cinema… con quasi sempre una visione ironica, ma dando comunque importanza alla prospettiva e alla luce, cercando di dare emozioni a chi osserva l’opera, dal bambino all’anziano, evocando il loro vissuto, proiettandoli nella visione di ciò che si vorrebbe essere”.
Qual è l’opera o l’artista che l’ha influenzata maggiormente nel suo percorso? E perché?
“Klimt e Andy Warhol, per la loro genialità”.
L’arte e le opere vengono messe spesso in secondo piano rispetto ad altro. Forse perché incomprensibili?
“L’arte ultimamente è cambiata, e vi è molta confusione. Questo è dovuto alla mancanza di idee, all’adagiarsi di alcuni artisti sugli allori. L’arte, come la vita quotidiana, cambia alla velocità della luce, e l’artista deve sempre essere al passo col tempo. Questo vuol dire che l’artista deve essere sempre un osservatore creativo, deve quindi avere una marcia in più. L’artista deve mettersi al passo del tempo che vive, ed essere il più comprensibile alla maggior parte della gente per poterla fare avvicinare all’arte”.
Un pittore vicino ai giovani
Alle sue mostre c’è sempre affluenza. Si sente il pioniere di una nuova era, capace di avvicinare il pubblico alla pittura usando personaggi noti?
“I personaggi da me usati devono accentuare le nostre emozioni. Sono personaggi che vorremmo essere e che crediamo di essere, quindi mettendo una maschera si pensa di nascondere il proprio io… Invece io metto le maschere per poter esternare il proprio essere, l’ego che è riposto in ognuno di noi”.
Qualche giornalista l’ha definita il nuovo Warhol…
“Quello che mi fa piacere è che alle mie mostre c’è sempre più gente giovane. Sono contento perché riesco ad avvicinare alla mia arte tutte le generazioni”.
Ha ricevuto per la genialità che mette nelle sue opere il premio dedicato a Totó a Napoli, il Premio Malafemmena, realizzando per gli organizzatori un’opera d’arte. Cosa ha provato, e soprattutto cosa rappresenta per lei Totó?
“Il premio Malafemmena organizzato con maestria dalla a B&G Art Event Communication, società napoletana di comunicazione che cura anche il mio ufficio stampa, mi ha permesso di partecipare al Premio dedicato a Totò patrocinato dal Comune di Napoli, grazie al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e all’assessore al turismo Teresa Armato. Ricevere un premio così prestigioso mi ha fatto molto piacere anche perché Totò rappresenta un uomo geniale nella sua comicità”.
Prossimi progetti
A chi può rivolgersi chi vuole acquistare le sue opere originali?
“Al mio editore, che ha l’esclusiva è il numero uno in Italia per la produzione di serigrafie… e la distribuzione: Benciv Art Gallery di Coriano (Rimini). Lui serve tutto il territorio”.
Progetti futuri?
“A Napoli sto organizzando con la mia società di comunicazione, la B&G Art Event Communication, una mostra importante in un luogo per noi artisti di massima ambizione, quasi un luogo di culto per chi vive di arte come me. Stiamo rifinendo gli ultimi dettagli e per fine gennaio credo che potremo dare informazioni più dettagliate. Invece, ai primi di gennaio sarò a Parigi, Bari, Roma, Milano, Torino, Moncalieri per eventi importanti…. ma non ho ancora stabilito le date precise”.
Ha realizzato ultimamente una scultura dedicata alle borse di lusso. Cosa voleva rappresentare?
“Ho preso un elemento povero e antico che da sempre è il fulcro dell’economia e l’ho griffato… questo è il mio modo ludico e ironico… come simbolo del primo mattone per una ripresa dell’arte dell’economia. Vi do un’esclusiva per i vostri lettori: sto realizzando una borsa vera in tessuto, una delle mie ultime creazioni. Sempre in movimento e in continua creazione: chi si ferma è perduto!”.
a cura di Barbara Carere