L’arte del pastello

Dall’antica tradizione francese di metà Quattrocento, l’arte del pastello giunge in Italia con esponenti di spicco tra i quali si ricordano Leonardo Da Vinci, Rosalba Carriera o Giovanni Boldini.

Tuttavia tale tecnica (del pastello cretoso) trova oggi in Laura Longhitano un’erede illustre del genere.

Ecco così disadorne figure, essenziali nelle linee e nelle sagome, che si dipanano in queste liriche composizioni. I lavori sono permeati da una fine sensibilità che riflette l’intrinseca musicalità del dato fenomenico, la vibrante sospensione del quotidiano.

Le tematiche figurative affrontate accostano Longhitano al sentire impressionista di Mary Cassat e Edgar Degas.

Omaggio agli impressionisti

Opere come Achille col suo Dante, La passione di Giada, Reka al cello riportano alla memoria i garbati momenti di svago disegnati dalla pittrice statunitense, nei quali la ripresa delle emozioni, che crescono in passioni, è condensata dai gesti posati ed eleganti.

Il sentimento di placida quiete si riverbera anche in figurazioni dall’iconografia alla Degas. Come: Meditazione, Reka e la scarpetta, Riposo 2, dove aggraziate donne si dilettano nella danza classica.

Risiede in questi interni la poesia di Longhitano, così casta e spontanea, così scarna e lontana dal senso di compressione di alcune ambientazioni pesantemente arredate di Mary Cassat e così difforme dal danzante fermento e dagli accesi cromatismi di alcuni tutù delle composizioni di Degas.

Omaggio a tali pittori impressionisti sono le linee continue, le tenui tinte racchiuse nei bordi definiti del disegno – come si evince nelle nature morte tra cui Resta d’aglio.

Confini che successivamente svaporano nelle forme dissolte di Grappolo d’uva e Natura silente, ove dimora l’immanente incanto della realtà, nella quale perfino un uovo diviene – come ne La vita nel palmo – portatore di nascosti messaggi simbolici.

a cura di Stefania Pieralice