Kim Kardashian è l’incarnazione della nuova perfezione, la donna che ha avuto la capacità inedita di sdoganare, facendoli diventare elementi di seduzione, caratteristiche come un fianco, definiamolo così, importante, fino ad oggi troppo spesso un cruccio per molte ragazze, signore, mamme o nonne.

La vediamo sempre impeccabilmente presente a se stessa, spesso insalsicciata in abiti probabilmente di qualche taglia più piccoli del dovuto, ma mai imperfetta nel make up. Consapevole di quanto avere un bel viso sia il passaporto per essere una diva, la sua pelle risulta sempre liscia come una ceramica di Faenza, vellutata come un passato di verdure, compatta come una fetta di finocchiona tagliata grossa. Per non parlare della sottile arte del contouring, che in parole povere sarebbe disegnare delle ombre o delle luci in punti strategici del viso in modo da ottenere degli effetti ottici volti a minimizzare eventuali piccoli difetti e valorizzare  gli elementi di pregio.

Eppure anche lei ogni tanto la fa sporca. Sporchissima, se consideriamo che alla base di una pelle prossima alla perfezione stanno proprio le belle abitudini. In un’intervista al magazine americano Harper’s Bazaar Kim racconta che spesso, rientrando stanchissima da uno dei numerosi improrogabili impegni di lavoro (no, non nelle miniere in Belgio, né nelle fabbriche di microchip in Cina) si butta nel letto come una foca atterra sul ghiaccio e ronfa saporitamente senza preoccuparsi di detergere la pelle dal trucco del giorno prima. Ma, non paga, cala l’asso di briscola: se sa di avere un impegno importante il giorno dopo, la scelta di dormire con tutto il cerone in faccia è consapevole e scientifica. Oppure, nel caso di un evento dall’altra parte del mondo, saranno i sedili della prima classe di una compagnia aerea a garantire l’immobilità nel sonno, lasciando ad un veloce ritocco nel bagnato dell’aereo il compito di rifinire ciò che il make up artist aveva ben impostato qualche decina di ore prima.

Ma rimane un’ultima, sconcertante confessione: Kim Kardashian si fa le lampade, incurante dei potenziali effetti (e anche dei rischi per la salute) che possono derivare da una scorretta o eccessiva esposizione a i raggi Uva. Ma lei incurante di tutto ciò di tanto in tanto si fa una bella rosolata allo spiedo, che giustifica adducendo come ragione medica una psoriasi che, latente, minaccia la sua setosa perfezione. Che perfezione, come si è visto, non è.

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