I giovani nel cuore per esaltare il loro talento. Luca Laruccia è un cantautore, producer e compositore con collaborazioni importanti alle spalle, tra cui Francesco Renga, Giusy Ferreri, Rocco Hunt, LP, Dotan, Alvaro Soler e Ana Mena.

Grazie al suo manager Carlo Gallo ha partecipato a trasmissioni televisive di rilievo come Battiti Live e Capodanno in musica, in onda sulle reti Mediaset.

“La musica scorre nel mio sangue”, spiega Laruccia, in arte Radiosuoff. “Ho inciso diversi singoli, ‘Acqua minerale’ è l’ultimo in ordine di tempo. In esso provo a lanciare un messaggio positivo, nel tentativo di decifrare i tempi moderni. I tempi, avendo avuto come mentore Marco Falagiani, sono per me fondamentali, perché credo che le canzoni abbiano un valore sociale: hanno il potere di influenzare le persone e indicare loro la strada giusta da percorrere”.

Quella stessa strada che ora Laruccia vuole indicare ai giovani talenti, che necessitano oggi più che mai di punti di riferimento importanti.

“Spesso”, aggiunge il cantautore, “i nostri ragazzi, pur avendo un dono da esprimere, non riescono a imporsi sui palcoscenici nazionali e internazionali semplicemente perché non gli vengono offerte le giuste opportunità.

Con il mio studio di registrazione e con l’aiuto dell’amico Alessandro Carbonara, lavoro per colmare questo vuoto, e le soddisfazioni non sono mancate. Nella storia di Sanremo Giovani, dieci dei sessanta cantanti selezionati sono stati prodotti da me. E questo senza dimenticare i cinque dischi di platino conquistati da Haiducii, l’artista rumena con cui collaboro da anni”.

Perché ‘il sarto’

Ma qual è il segreto del successo di Laruccia, conosciuto da tutti come il “sarto della musica italiana”?

“Mi affido”, sottolinea, “a una formula matematica ormai collaudata, che permette di riscoprire, adattandola al singolo talento, la musica di un tempo. Parlo di quella che, tanto per intenderci, non dura una sola stagione, ma diventa un evergreen.

Alla base, però, c’è sempre l’emozione che le note sanno sprigionare, un obiettivo che si raggiunge con la giusta sensibilità. Una sensibilità che ho maturato gestendo il Centro Diurno Casa Cedis Onlus, di cui sono presidente. È lì che ho conosciuto decine di ragazzi diversamente abili, che mi hanno dato la forza di guardare il mondo – e la musica – con occhi nuovi”.