Luca Morelli: due vite in un infermiere rock
Luca Morelli, infermiere “rock” durante il Covid ma oggi esclusivamente imprenditore di un Bed and Breakfast: l’intervista a Novella
Oggi gestisce con ottimi risultati la sua attività, ma i suoi studi in ambito sanitario lo hanno portato per un periodo a essere infermiere anche nell’emergenza Covid, e in seguito a scrivere un libro, Rockilience, la vita di un infermiere rock.
Cosa ti ha spinto a desiderare di scrivere questo libro?
“Da tempo nutrivo il desiderio di raccogliere i miei ricordi d’infanzia e di trovare il filo conduttore fra il bambino e l’uomo che sono diventato. L’esperienza improvvisa e stravolgente che mi ha visto rindossare il camice di infermiere per essere d’aiuto nell’emergenza Covid ha dato la motivazione finale all’idea trasformandola in realtà”.
In che modo si intreccia il mood del rock alla vita di un infermiere, e poi alla vita di un imprenditore quale sei oggi?
“Se dovessi definire il ritmo della mia vita ti direi che è addirittura hard rock. Ho sempre cercato le strade più ardite per arrivare a realizzare i miei sogni. Nel senso che i percorsi più facili sono spesso più lenti e comodi, sì, ma io ho sempre avuto la fame di realizzare un sogno dopo l’altro. Perciò aumento il ritmo, ingrano la marcia e scuoto la vita a colpi di batteria. Mi piace essere pervaso dalla bellezza delle cose, voglio che mi prendano e si facciano sentire forte e chiaro. Ecco in che modo mi sento un infermiere e un imprenditore rock”.
Brevemente, che ricordo ti porti di quelle settimane nelle corsie Covid, a Milano, dove prestavi servizio come infermiere?
“Sono arrivato in una città fantasma, sospesa in un silenzio assordante, interrotto solo dal suono delle sirene. Del Covid si sapeva poco e appariva in tutta la sua letalità. Ero spaventato ma anche molto concentrato sul da fare. Solo la sera rincasando realizzavo di essere solo in un deserto di cemento, e pensavo a quanto fosse ferita a morte quella città, così come tutto il popolo del mondo”.
Oggi sei tornato alla tua attività di imprenditore, e mi dicevi che stai lavorando all’ampliamento e al rinnovo del tuo Bed and Breakfast.
“Sì, ho di nuovo appeso il camice dell’infermiere al chiodo sperando che nessuna emergenza mi porterà di nuovo in corsia. Ho amato essere un infermiere, ma la mia indole mi spinge sempre verso il sogno imprenditoriale. Il Bed and Breakfast che ho creato dal nulla va a gonfie vele, ed è il momento di accelerare. A ritmo rock, come sempre. Ora voglio renderlo ancora più bello e fruibile. I sogni non aspettano”.
Proprio in questi giorni presenti a Milano il tuo libro nella serata “Di vini Di versi” organizzata da DWine, con una degustazione di vini del Monferrato nella prestigiosa location Milano Cafè di Via Procaccini.
“Sì, con immensa gioia ritorno alla città cui sono molto legato, in veste di scrittore. La presentazione del mio libro avverrà in un locale diverso dai soliti. Si potrà assistere a un evento culturale assaporando dei vini di prestigio, in un ambiente rilassante. Fare cultura non deve precludere il piacere di vivere lo svago. DWine ha saputo valorizzare il concept. Vi aspetto quindi il 19 gennaio nella bellissima atmosfera del Milano Cafè”.
Come vuoi salutare i lettori di Novella 2000?
“Voglio augurare a tutti i lettori di Novella 2000 un anno sereno che finalmente ci faccia tornare a condividere, a viaggiare e visitare le bellezze della nostra penisola. Vi aspetto a Gubbio, quando verrete in Umbria. La Dimora Morelli sarà felice di ospitarvi con la sua proverbiale accoglienza familiare”.
a cura di Iluana Ierugan