Marcell Jacobs e il rapporto recuperato con il padre

Chiusa la parentesi accuse in queste ultime ore, oltre a esultare per la vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, Marcell Jacobs ha affrontato svariati argomenti nelle interviste che ha realizzato. Tra questi senza dubbio il rapporto con suo padre, da sempre molto complicato, ma ora ricostruito pian piano. Al Corriere della Sera, come riproposto da Huffpost, ha spiegato:

«A 18 mesi ero in Italia, i miei figli sono nati qui. Mi sento italiano in ogni cellula del mio corpo. Mio padre, da bambino, non lo ricordo. Dal momento in cui con mamma siamo rientrati dal Texas, è cominciata la nostra personalissima sfida a due… ‘Chi è tuo papà?’, mi chiedevano gli amici: non esiste, rispondevo, so a malapena che porto il suo nome. Per anni ho alzato un muro. E quando mio padre provava a contattarmi, me ne fregavo». 

Ha ammesso Marcell Jacobs, per poi spiegare come sia riuscito a recuperare pian piano il legame con suo papà:

«È incredibile la potenza dell’energia che si muove quando abbatti un muro. Lo odiavo per essere scomparso, ho ribaltato la prospettiva: mi ha dato la vita, muscoli pazzeschi, la velocità. L’ho giudicato senza sapere nulla di lui». Fondamentale in questo percorso è stata la mental coach Nicoletta Romanazzi, che lo segue da un anno ormai: «Con lei ho accettato di lavorare in profondità sulle mie paure e sui miei fantasmi»,

Sempre Huffpost ha riportato altre dichiarazioni di Marcell Jacobs, il quale ha rivelato di aver ricevuto un messaggio da parte di suo papà prima e dopo la gara: «Mio padre mi ha scritto prima della gara dicendomi che credeva in tutto quello che io ho fatto e che potevo fare grandi cose, dopo la gara mi ha fatto tantissimi complimenti e mi ha scritto che spera di vedermi presto».

E noi non possiamo che augurare il meglio a Marcell!

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