Marco Bellavia, parla l’ex compagna del vippone
L’ex compagna di Marco Bellavia ha parlato di come stava quando stavano insieme e di ciò che è successo prima del GF Vip
La lettera del vippone
Come stavamo dicendo poc’anzi, Marco Bellavia ha scritto una lunga lettera agli ex coinquilini esprimendo tutti i suoi sentimenti:
Cari Alfonso, Orietta, Sonia, Giulia e cara Pamela, cari coinquilini. Ho guardato da casa la scorsa puntata e mi faceva una certa impressione guardarvi dall’esterno senza essere più con voi. Voi lì tutti agghindati pronti per la serata di gala e io a letto a leccarmi le ferite di giorni dolorosi, che ancora oggi faccio fatica a dimenticare. Mi scorrevano davanti agli occhi i vostri volti e i vostri sorrisi. Forse eravate già pronti e lo capisco a voltare pagina e a dimenticare. Perché in televisione succede spesso così. Tutto si consuma in fretta e si cambia registro come niente. Però non è andata così. Mano a mano che i minuti passavano e Alfonso continuava il suo racconto i vostri volti sono cambiati. Si sono materializzati i casi di Ginevra e Ciacci, per la prima volta sono state utilizzate parole forti come branco, bullismo e si è parlato di indifferenza al dolore e incapacità di rispondere a una richiesta d’aiuto. Il mio dolore, la mia richiesta d’aiuto.
Il discorso di Marco Bellavia si è concluso nel seguente modo:
E ho capito, attraverso il vostro disagio, di essere riuscito in qualcosa di grande. Mettere a disposizione di chi ci guardava la mia esperienza di vita e debolezze. I miei stessi demoni. Volevo lanciare un messaggio, quello che solo insieme si può soffrire di meno, condividendo un messaggio possiamo rendere un dolore meno pesante e insopportabile. Di fronte alle immagini che lunedì sera scorrevano davanti ai vostri occhi alcuni di voi erano imbarazzati, altri indifferenti, alcuni pietrificati dal dolore. Vi siete accorti d’un tratto di quello che avevo provato e di quello che era successo e che alcuni di voi avevano fatto. Un pugno nello stomaco. Tranquilli. Non giudico nessuno. I giudizi aspettano solo a Dio e alle nostre coscienze. Però presto ritornerò a guardarvi negli occhi, per un confronto sereno che aiuti a costruire e a completare il messaggio che volevo lanciare. Non c’è bisogno di fuggire dalla Casa come qualcuno ha fatto e di rimanere come se nulla fosse successo, come qualcuno di voi continua a fare. C’è bisogno di dialogare, di condividere. Se poi guardandoci negli occhi qualcuno li abbasserà, non sarà colpa mia. Vi abbraccio. Marco.
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