Tutto contenuto in un nome: generalità, biglietto da visita e individuazione. Quando si parla di Melania Rizzoli se ne riconosce un marchio.

Medico che ama la politica, scrittrice, divulgatrice scientifica sui quotidiani, la vita dei quali sostiene con vigore da perfetta signora dell’editoria. Già assessore al lavoro, all’istruzione e formazione alla Regione Lombardia.

È appassionato e schietto il suo racconto di donna dalle tante vite, che molto le hanno dato, ma altrettanto l’hanno messa a dura prova.

Elena D’Ambrogio intervista Melania Rizzoli

Sei una persona molto conosciuta, stimata e anche invidiata. Tu come definisci te stessa, chi è Melania?

“Sono fondamentalmente ottimista, non piango per le difficoltà. Per la mia professione di medico, che facevo anche molto bene, quando c’erano difficoltà cercavo soluzioni. Ed è quello che ho insegnato ai miei figli e alle persone che hanno avuto bisogno di me. Ho due figli: Arrigo e Alberto Rizzoli, ormai trentenni, molto intelligenti. Ma ho insegnato loro che il carattere è molto più importante dell’intelligenza”.

Cosa ti affascina?

“L’intelligenza, quindi frequento persone che lo siano molto, altrimenti mi annoio. Ho bisogno di migliorarmi e di imparare. Non è una selezione, è solo una costatazione. Mio marito era gonfio di cultura e di sapienza, da lui ho imparato molto. Angelo è stato l’amore della mia vita, mio marito, mio compagno, padre dei miei figli”.

L’amore di e per Angelo Rizzoli

Come hai conosciuto Angelo Rizzoli?

“Ero a Roma con Mara Venier, l’amica con la quale ho convissuto per sette anni. Due belle ragazze. Dividevamo le spese, ma anche le amicizie e le esperienze. Uscivamo sempre insieme, tranne in alcune occasioni, come quando Mara e Renzo Arbore, che frequentava all’epoca, andavano a cena da Angelo Rizzoli. Serate molto istituzionali cui erano invitate solo persone che il padrone di casa conosceva bene.

Senonché un giorno mi chiama Bettino Craxi, del quale ero medico personale, e mi chiede di andare a visitare un suo amico, con il quale avrebbe dovuto incontrarsi ma che aveva detto di stare male. ‘Fammi sapere se è vero’, sentenziò. Era Angelo Rizzoli. Sono andata a casa sua, effettivamente non stava bene. In tre giorni l’ho rimesso in piedi, ed è scattato per lui un colpo di fulmine. Si è innamorato perdutamente, facendomi una corte spietata”.

E tu?

“Non ne volevo sapere. Anzitutto era più grande di me di quindici anni, poi aveva già avuto una vita importante e tormentata. Ero ancora una ragazza, non pensavo al matrimonio né ai figli. Ma lui è stato così insistente, così meraviglioso, che alla fine mi ha fatta innamorare. Mi ha detto subito: ‘Ti voglio sposare e voglio avere dei figli con te’. Io ho pensato che fosse matto. In realtà è stato l’uomo che mi ha amato di più al mondo, e me lo dimostrava tutti i giorni”.

Cosa lo ha fatto innamorare di te?

“Ero diversa da tutte le persone che frequentava. In quel periodo faceva anche il produttore di film, pertanto era accerchiato da tante persone che volevano lavorare con lui o avere delle parti, essere scritturate. Io non avevo nulla da chiedergli. Ero un medico, avevo la mia vita, non avevo bisogno di niente. Aveva conosciuto una persona libera e vera, priva di ipocrisie e finzioni e con un forte senso della vita”.

Cosa ti ha fatto innamorare di lui?

“La sua intelligenza, la sua dedizione e l’amore profondo che aveva nei miei confronti. Litigavo con Angelo per i motivi opposti a quelli per cui le mogli litigano con i mariti: mi dava troppo, era un continuo gratificarmi. Mi riempiva di regali, di attenzioni. È stato e sarà il mio unico marito. Il matrimonio per me è uno, non credo nelle famiglie allargate”.

Rizzoli ed Eleonora Giorgi

E con il figlio che Rizzoli ha avuto con Eleonora Giorgi, che rapporti hai?

“Gli sono molto affezionata, è cresciuto con noi e con i miei figli anche se adesso lo vedo poco”.

E con la Giorgi, vi siete mai incontrate?

“Sono stata sposata con Angelo per 25 anni, ma non l’ho mai vista. Non l’ho mai conosciuta, perché mio marito non aveva piacere a incontrarla. Non ha avuto un buon rapporto con lei, tanto che mi disse che non l’avrebbe voluta al suo funerale. Mi dispiace solo che oggi stia vivendo un momento difficile, la malattia è sempre una tragica realtà”.

La passione per la politica

La medicina è una passione profonda, che cos’è invece la politica per te?

“È sempre stata un mio grande interesse, ma ho iniziato a fare politica quando ho smesso di fare il medico in ospedale. Sono stata colpita da una malattia del sistema immunitario, un linfoma non-Hodgkin, a metà della mia vita, una malattia che ho dovuto affrontare e curare e per la quale ho anche scritto un libro, Perché proprio a me?. Questo mi ha costretta a rinunciare alla vita ospedaliera, perché non potevo più stare a contatto con virus e batteri. Così mi sono occupata di sanità dal punto di vista politico. Ho fatto il deputato entrando in commissione sanità e mi sono battuta per le disfunzioni sanitarie, facendo anche inserire alcuni farmaci che quando sono stata male non erano previsti nei protocolli”.

Sei stata paziente e medico di te stessa: cosa comporta?

“Ti mette di fronte alle realtà. Sapevo benissimo quali sarebbero stati gli effetti delle terapie, le possibilità di guarigione e, soprattutto, avevo due figli piccoli. Però sapevo di poter guarire, così mi sono concentrata su quello. Ho anche fatto un autotrapianto di cellule staminali. È stato un periodo lungo, difficile, ma sono guarita. Da allora il tempo è diventato più prezioso, sono cambiate le priorità. Ho imparato a scegliere le persone da frequentare. Che non sono quelle che ti stanno vicine solo nei momenti di gloria. Soprattutto, avevo Angelo”.

Ai tempi di Craxi

Sei stata medico personale di Bettino Craxi. Com’è l’hai conosciuto?

“L’ho conosciuto perché ero amica dei suoi deputati, di Claudio Martelli, del figlio Bobo Craxi, del suo portavoce Cornelio Brandini. Una sera ero a cena con Brandini e lui ricevette una telefonata, con la quale si annunciava che Craxi, allora Presidente del Consiglio, non stava bene. Avevo la borsa da medico sempre in auto, così ho accettato di andarlo a visitare. In effetti non stava bene, ma è stato semplice per me rimetterlo in forma. Lui, che non amava i medici, ha avuto subito una simpatia per me, così sono diventata il suo medico personale, tanto che dovevo seguirlo anche in vacanza in Tunisia, ad Hammamet. Per me è stata una persona molto importante e un’esperienza unica”.

Che hai seguito fino alla fine.

“Quando vengono a mancare persone intelligenti e importanti va a perdersi tutta quella cultura che possiedono, non c’è conservazione della loro personalità. Si perde la persona con tutto il suo bagaglio intellettuale. Finisce proprio tutto. E poi sono convinta che, se mesi prima fosse stato operato in Italia, non avrebbe avuto un declino così rapido”.

La vita dopo Angelo e il rapporto con Silvio Berlusconi

Com’è successo anche a tuo marito…

“Angelo è morto in tre mesi, di crepacuore”.

Com’è stata la tua vita dopo Angelo

“Mi sono occupata dei miei figli, che poco più che adolescenti avevano perso il padre. Angelo era il nostro punto di riferimento. Poi mi sono dovuta occupare di tutte le vicende processuali, economiche e debitorie di mio marito. Ma ho fatto tutto senza piangermi addosso. Per fortuna non sono attaccata alle cose materiali, così ho affrontato tutto in maniera lucida”.

Sei stata assessore della Regione Lombardia. Avresti voluto un nuovo mandato?

“Mi ha voluta Berlusconi, e devo dire che mi sono trovata molto bene. Poi a Milano mi sento a casa, conosco tutti. Con il Presidente della Regione Fontana ho lavorato benissimo. Oltretutto il mio mandato si è svolto durante il Covid, ed ero l’unico medico della Giunta. Per me è stata un’esperienza drammatica ma anche straordinaria. Poi, c’è stata la decisione del mio partito di non ricandidarmi, così sono andata avanti, come sempre, e faccio altro. La mia vita non conosce né pause né tregue”.

Con Silvio Berlusconi c’era un rapporto di grande stima…

“Sì, e anche di grande affetto e ammirazione. Era molto amico di Angelo. Ancora adesso manca tanto”.

L’amore, per Melania Rizzoli

Amare è legittimo, dopo un grande amore si può continuare ad amare.

“Senza amore non vivo. È il sentimento più potente che abbiamo, spinge ad affrontare la vita, che senza un affetto sarebbe sterile. Quando sei innamorato puoi affrontare qualunque cosa. Ma è anche il sentimento più doloroso. Quando perdi un amore o si rompe una relazione è terribile. Infatti non esiste un farmaco per il dolore dell’anima”.

A proposito di affetti, quanto è importante per te oggi la vicinanza al Direttore Vittorio Feltri?

“È la persona che mi è più vicina. Ci conosciamo da quindici anni, siamo sempre stati uniti, è la persona che mi ha sostenuto durante le difficoltà, che sento e vedo tutti i giorni, a cui voglio un bene immenso. Siamo due anime gemelle, ci sosteniamo a vicenda, ci confidiamo, ci vogliamo bene. Anche Angelo lo stimava molto. Lo ha assunto lui al Corriere della Sera“.

Litigate anche?

“Molto spesso, ma superiamo tutto velocemente, perché ci vogliamo bene e ci rispettiamo”.

Sei stata un Cupido per la tua amica Mara Venier.

“Quando Nicola Carraro, cugino di Angelo, cui voglio molto bene, è tornato dai Caraibi dove viveva, mi ha chiesto di organizzargli una cena con amici e amiche per ritornare a vivere e distrarsi, dopo la fine di una relazione. Quella sera arrivò anche Mara. Nicola ne rimase folgorato. E dopo un periodo di fidanzamento si sono sposati. Io e Angelo siamo stati i loro testimoni di nozze”.

a cura di Elena D’Ambrogio