Michele Bravi, dopo aver parlato del processo, racconta del suo periodo buio, e della lunga terapia che l’ha riportato alla vita

Proseguendo l’intervista, Michele Bravi ha raccontato del suo periodo buio, svelando tutto quello che ha vissuto. Queste le sue parole:

“Ho cercato di rimanere a contatto con il reale, ma è stato impossibile. Un crollo totale. Avevo allucinazioni visive e sonore. È difficile da far capire. Avevo perso completamente il confine tra quello che era reale e quello che non lo era. Non riuscivo neanche più a capire se chi mi stava vicino era vero o no. Più vero di altre cose che vedevo o sentivo. Ho avuto paura di impazzire. Quando sono tornato a casa, dai miei genitori, c’era solo una persona con me. Mi stavano accanto tutti, ma non sapevano come interagire con quel male che si stava manifestando in maniera così diretta. Avevo difficoltà a recepire i messaggi. Ci riusciva solo questa persona che mi ha costretto ad andare in terapia”

Ma come sta oggi Michele Bravi? Ecco come ammette il cantante:

“Il percorso è ancora lungo. Parlare del futuro è pericoloso, ma ho imparato che nel buio si può vivere. Oggi sono più lucido. Ma ho avuto paura di rimanere incastrato in quel buio. L’unica cosa che ho detto quando sono entrato dalla dottoressa la prima volta è stato: salvami”

Infine, Michele Bravi ha voluto parlare del suo nuovo album, La Geografia del Buio, che affronterà temi delicati e ci mostrerà la nuova vita dell’artista.

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