Gabriel Garko mette nei guai la donna magistrato che seguiva il caso dell’esplosione della sua casa al Festival di Sanremo
Il pubblico ministero Barbara Bresci doveva seguire il caso di Gabriel Garko e dell’esplosione della villa dove era alloggiato quando…
Il pubblico ministero Barbara Bresci doveva seguire il caso di Gabriel Garko e dell’esplosione della villa dove era alloggiato quando doveva cocondurre il Festival di Sanremo (cocondurre accanto a Carlo Conti è una parola un po’ grossa e si è rivelata anche durante il festival che comunque è stato un successone per Gabriel: più sbagliava e più faceva share). Poi, ricordate, ci fu un’esplosione che distrusse la casa dove lui dormiva, e morì anche la proprietaria, una signora in età. Poveretta. Qualcuno ha parlato anche della mafia russa (e probabilmente potrebbe non avere torto, perché c’era chi ce lo aveva con Garko), ma più probabilmente si trattò di una fuga di gas. Bene, ma perché la Bresci è andata nelle grane? O meglio, perché è stata rimossa? Perché una volta visto Garko davanti a sé, in maglietta, sporca di sangue, i lividi, il sudore della tensione, i capelli arruffati, l’occhio lucido dall’adrenalina, il profumo del suo corpo tonico, lei ha scritto su Facebook: “tanta roba”. Della serie, Garko è un figo perso, osservazione che trova d’accordo anche il più testosteronico dei maschi eterosessuali (dire che Garko è un cesso è come dire che l’ex ministro Fornero è simpatica agli esodati). Risultato, qualcuno ha fatto una sorta di esposto anonimo di certi commenti della dottoressa (per farle un danno ovviamente) e così è stata rimossa dal caso. Leggo ora che la signora è stata relatrice a convegni sullo stalking, sul diritto di famiglia, sull’omicidio stradale; da pubblico ministero ha seguito inchieste delicate come quella dei furti al Casinò di Sanremo e dei depuratori della Riviera. Sospenderla per Garko è una scemenza? Direi di sì, colossale. C’è da stupirsi? Direi di no. Viva l’Italia.