La storia di Franca Sozzani: regina italiana della moda
Franca Sozzani, nata a Mantova nel gennaio del 1950. Corporatura esile, pelle cerulea, profondi occhi color ghiaccio, lunghissimi capelli biondi…
Franca Sozzani, nata a Mantova nel gennaio del 1950. Corporatura esile, pelle cerulea, profondi occhi color ghiaccio, lunghissimi capelli biondi frisè. Si è diplomata al liceo classico “Virgilio” di Mantova per poi intraprendere la carriera universitaria. Si è laureata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere e filosofia.
La sua carriera è iniziata dentro Vogue, quello che poi sarebbe diventato il suo regno, lavorando a “Vogue Bambini” (creata nel 1973). Nel 1980 è diventata direttore responsabile di «Lei»e tre anni dopo, ha diretto anche «Per Lui», la versione maschile di «Lei». Di lì in poi (1988) è stata la direttrice di “Vogue Italia” e dal 2006 anche direttore responsabile di “L’Uomo Vogue”. Inoltre, è stata anche la direttrice della casa editrice Condè Nast Italia.
Nel 2010 è approdata anche su Internet lanciando il primo portale al mondo di Vogue Italia. Dal 2015 in poi le sono state affidate tutte le testate cartacee: Vogue Gioiello, Vogue Accessory, Vogue Sposa e Vogue Bambini. Franca si è spesa molto anche per la lotta contro l’aids sostenendo l’Anlaids e la raccolta fondi di Convivio dopo la scomparsa dell’ideatore Gianni Versace e dal 2013 è diventata il presidente della Fondazione IEO ( l’istituto Europeo di Oncologia).
In tutti questi anni, Franca ha messo la sua visibilità a servizio di quello che amava di più: la moda. Della sua vita privata si è sempre saputo poco, se non pochissimo, ragione per cui nessuno (o quai) sapeva della sua malattia anche se, ultimamente, la sua eccessiva magrezza aveva insinuato in alcuni il dubbio.
Uno dei suoi mantra era: «Non si può sempre piacere a tutti e, soprattutto, non si deve». Una frase che racchiude in sé tutta la sua essenza e il modo discreto e vincente di approcciarsi al mondo.
In questi anni la sua immagine è diventata un’icona, il simbolo della moda italiana e del buon gusto, di quell’eleganza sobria che non ha bisogno di lustrini e sovrastrutture per dimostrare di essere la migliore. Ieri (22 dicembre) se n’è andato con lei un pezzo di storia, tutta italiana, sarà difficile – se non impossibile – sostituirla.
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