«Nei panni di una donna mi sento a mio agio. E poi non sono bella?»: si domanda Paolo Conticini, scherzando, ma non troppo. L’attore di Pisa, infatti, è uno dei due protagonisti di Tootsie, uno dei nuovi spettacoli di Massimo Romeo Piparo tratto dal famoso film del 1982 con Dustin Hoffman.

A Novella 2000 parla Paolo Conticini

Tootsie racconta la storia di Michael Dorsey, un bravo attore incapace di mantenere un lavoro. Disperato, si traveste da donna, assume l’identità di Dorothy Michaels e ottiene una parte in un musical su Giulietta e Romeo, diventando una star di Broadway. La sua doppia vita,  però, si rivela complicata e il suo amico e coinquilino Jeff, che in scena è Enzo Iacchetti, lo spinge a confrontarsi con la difficoltà di mantenere il successo. 

Una coppia che funziona, non solo sul palco: «Conosco Enzo da poco più di tre mesi, l’ho incontrato durante le prove di Tootsie. Ovviamente lo conoscevo come artista, ma non avevo mai avuto l’occasione di collaborare con lui. E devo dire che è una vera passeggiata: Enzo è una persona perbene, altruista, sempre con un pensiero gentile per tutti. Questo rende facile lavorare insieme. Inoltre, come attore, è davvero bravissimo». 

Anche perché il suo ruolo è decisamente particolare: come l’ha convinta Piparo a vestirsi da donna? 

«Quando mi è capitato di fare spettacoli come Tale e Quale Show, proponevo sempre ruoli che sono totalmente distanti da me, perché mi piace confrontarmi con fisicità diverse dalla mia. Interpretare una donna è una grande occasione per farlo! Dorothy, poi, è un personaggio capace di veicolare messaggi bellissimi. Nel film del 1982, Tootsie ha portato al cinema un punto di vista femminile in una commedia, affrontando temi delicati come la parità di genere e il ruolo delle donne nel mondo del lavoro: una battaglia che deve ancora essere portata a termine. Questo musical riprende quegli argomenti in maniera attuale, con leggerezza ma non senza profondità». 

Prima di lei, era stato il suo amico Luca Ward a travestirsi da donna in Matilda. E lui lamentava come le dimensioni del seno gli impedissero di guardarsi i piedi. Anche lei ha avuto lo stesso problema? 

«Le mie tette sono meno invasive, ma il vero incubo sono le calze. Che fatica! Mi sono reso conto di quanto lavoro occulto ci sia per le donne: depilarsi, truccarsi, vestirsi… Per non parlare del tempo che richiede! Ho anche iniziato a vedere mia moglie Giada sotto una luce diversa: mi lamentavo perché tardava, ma adesso capisco che non è semplice la “gestione” dell’immagine».

E proprio Giada, come ha reagito vedendola nei panni di una donna?

«La prima volta mi ha visto in foto. Io ero a Roma per le prove e lei era a Milano per lavoro. Mi ha scritto “bella, bella, bella” con dieci punti esclamativi! Poi le ho mandato un’altra foto con un vestito luccicante da grande show e l’effetto è piaciuto molto anche a lei». 

Intervista a Conticini

Le ha chiesto qualche consiglio? 

«Certo, lei è preziosa perché mi aveva aiutato anche quando ho interpretato Tina Turner a Tale e Quale Show. Mi ha insegnato a camminare sui tacchi! Per Dorothy, oltre ai suoi suggerimenti, ho osservato molto i movimenti delle donne intorno a me e ho guardato il film con Dustin Hoffman e lo show di Broadway per ispirarmi». 

Come sta andando la tournée? Come è stata l’accoglienza del pubblico?

«Bellissima! Lo spettacolo dura circa due ore e mezza, con un ritmo incalzante che fa ridere tanto. Abbiamo debuttato ad Assisi e il pubblico ci ha accolto con grande entusiasmo. Milano sarà una tappa importante, siamo in scena dal 26 dicembre al Teatro Manzoni». 

E come trascorre il Natale?

«Il 25 sono a Pisa con la mia famiglia: i miei genitori, mio fratello, Giada. È una tradizione che manteniamo ogni anno. Poi il 26 mattina partirò per Milano, dove debutteremo la sera. Faremo spettacoli anche il 31 dicembre, sia il pomeriggio che la sera, per brindare insieme all’arrivo del 2025 e il 1° gennaio. Dopo tutto questo, mi sparo!». 

A proposito di teatro, spesso si dice che per costruire un cartellone servono nomi popolari. Come vive questa dinamica, essendo sia uomo di teatro che di televisione?

«Non ascolto queste critiche. Credo sia normale che i teatri vogliano attirare pubblico anche con nomi più conosciuti. Alla fine, il pubblico vuole vedere i loro beniamini, sia televisivi che cinematografici. Non mi sento solo un attore di teatro o televisione: mi considero un uomo di spettacolo».

In tv, la conduzione di Cash or Trash, sul canale Nove, le ha regalato belle soddisfazioni. Ma grazie a questa esperienza sente di essere diventato più attento ai regali di Natale?

«Forse sì. Mi piace trovare oggetti particolari, ricercati, meno convenzionali. Non ho mai collezionato niente, mai collezionerò niente, ma ho sempre accumulato tante cose. E poi Giada naturalmente fa sparire tutto. Giustamente, meno male. Però forse sì, forse oggi l’occhio mi cade sulle cose un pochino più ricercate, più particolari e meno convenzionali.

E ho acquistato diverse cose! Per esempio, una tromba da pastore in ottone con un intreccio rosso, che fa un suono meraviglioso e un paio di casse antiche del Novecento usate per trasportare olio durante le traversate oceaniche. Poi ho comprato un dipinto, un quadro di Arnoldo Foà, che si definiva pittore, non si definiva un attore, e quello l’ho messo in casa al mare, è bellissimo».

Quando Amadeus nella medesima fascia oraria occupata da Cash or Trash ha debuttato sul Nove ottenendo ascolti più bassi, qualcuno sui social ha scritto: “Conticini è più bravo di Amadeus in quella fascia”. È vero? 

«Sarei molto onorato se fosse vero, perché lo stimo tantissimo e mi piace proprio tanto. Amadeus ha occupato quell’orario e ora dovremmo tornare noi, ma non è una sostituzione adesso, e non è stata una sostituzione ad ottobre. Credo sia un alternarsi, un avvicendamento naturale. Cash or Trash si è alternato anche con Don’t Forget Lyrics, condotto da Gabriele Corsi.

Questo dimostra che il canale Nove, che sta dando filo da torcere a tanti altri canali “grossi”, ha un’offerta sempre diversificata. E in realtà mi fa ridere se dicono che io sono più bravo di Amadeus, assolutamente. Tra l’altro Cash or Trash per me è arrivato quasi per caso: siccome mi piace fare le cose curiose, le cose nuove, ho accettato di fare la puntata a zero, mi ha divertito tanto e poi è scoppiata la febbre di Cash or Trash, per fortuna!».

A cura di Tiziana Cialdea