Per Paul McCartney la vera felicità è passare inosservato
Sono passati buoni buoni una cinquantina d’anni e di stagioni da quando, in quel marzo del 1966 i Beatles dichiaravano…
Sono passati buoni buoni una cinquantina d’anni e di stagioni da quando, in quel marzo del 1966 i Beatles dichiaravano di essere più famosi di Gesù Cristo. E in questi cinquant’anni tanti si sono arrampicati sul trono della fama, senza mai raggiungere la vetta, ad eccezione forse di Michael Jackson.
Sarà che la vita ha uno strano e tagliente senso dell’umorismo, sarà che Gesù Cristo è eterno e i Beatles no, fatto sta che nei giorni scorsi Paul McCartney ha avuto il vibrante privilegio di essere uno qualunque. Siamo ad Amalfi, in un caldo pomeriggio d’estate. Le gelaterie si affollano di turisti e indigeni alla ricerca di una parentesi di frescura. E tra i tanti, sotto un cappellino, c’è lui: Paul, uno dei “baronetti”, che attende con pazienza il suo turno, ignorato dalla totalità dei presenti. E’ in Italia per vacanza, ospite sul mega yacht del suo discografico, agli ormeggi proprio nei pressi della Costiera più famosa del mondo. Più famosa perfino di McCartney.
Forse sarà un dolore, forse una liberazione. Non lo sapremo mai. Chi, come lui, ha conosciuto gli onori di una fama totale e assoluta, ha visto migliaia di fan svenire ai concerti per la sola emozione di essere presenti, ha vissuto anni in fuga da paparazzi e ragazzine innamorate, magari desiderava davvero potersi concedere un gelato in santa pace.
La certezza è una: la ruota gira. Quelle ragazze che cinquant’anni fa si strappavano i capelli urlando al punto tale da coprire le voci e gli strumenti dei loro stessi beniamini oggi sono nonne. E per i figli e i nipoti il nome Beatles certamente non suonerà sconosciuto, ma avrà più il sapore decantato dei ricordi di famiglia che quello inebriante della vita spericolata.
Caro Paul, benvenuto tra i comuni mortali. Goditi la ritrovata libertà e magnati sto gelato.