Dal chiambrettificio continua ad uscire quel bellissimo circo intellettuale di cui Piero Chiambretti è il domatore. È lui che chiama le belve in casa e poi le doma con le sue battute, interviste su cui vige l’arguta serietà professionale che lo caratterizza, poi stacca, tra rvm e incisi comico-filosofici, nella scenografia della mente di Piero c’è quel sottile filo conduttore che cuce la trama e ci restituisce un quadro surreale.

C’è Gene Gnocchi con i suoi siparietti che riveste la carica di generale perché ha il ruolo di essere tutto: è il pubblico di casa, l’esperto medico, il politico che vende magliette, su di lui tutto si addice perché è la caricatura di un ovvietà nostrana che risulta simpatica. La Parietti che insegue il sogno del sacro graal dell’eterna giovinezza, è un booster per chi vuole sentirsi bella anche dopo i sessanta. Forse un giorno aprirà un’accademia di autostima, a copiarla a volte ci si fa un favore. La Celentano è più reale, i suoi discorsi sottili e materni, da amica del cuore senza atteggiamento, i figli d’arte si sono trovati famosi dalla nascita e non occorre ricordarlo a nessuno. Questo vale anche per Asia Argento a cui il pigiama non si toglie, segno che lei lì ci sta come a casa, in calzini e apparentemente disordinata. Camurri il più serio, colui che deve istituzionalmente, rappresentare la cultura composta degli intellettuali. Gli scappa un sorriso mentre parla ma si vede che è puro granito. 

Tante sono le apparizioni benefiche, una ventata d’aria: la vescova che centellina preziose mini-prediche di guarigione interiore, il cromatologo che nel suo look colorato è un tuffo nel movimento punk inglese corredato di armocromia, le ballerine nei loro look alla maschietta, la cantante Martina e la sua voce incantevole, la bella Clizia e l’inferno dantesco che prende corpo, Giada e le sue gag intelligenti su libri impossibili, Maryna comica influenzer dai numeri grossi anche nel talento, Giorgio dall’arti e i suoi racconti pacati da fiaba al lume di candela, la Sambruna che è il fumetto dell’intellettuale isterica ma nella vita è una bella ragazza con una dose spudorata di ironia. Ho dimenticato qualcuno? Non mi sembra, questi sono i personaggi più o meno fissi che si alternano nella giostra chiambrettiana. Ah si, ci sono anch’io: la dea indiana che si erge ogni tanto a stillare una perla dell’anima. Melanie Francesca travestita da dea Kali, il marito e il figlio hanno avuto un qualcosina da ridire visto che abitando negli emirati gli indiani siamo abituati a vederceli per strada, con il sari e i punto rosso in fronte. Mica è uno scherzo laggiù guai a prenderli in giro, ma qui è tutt’altra cosa, è la bella copia di un’idea di purezza, l’interpretazione di un concetto di armonia, al di là di valenze religiose che non c’entrano affatto, si può anche sorridere con un’immagine di delicatezza mentre si dicono le cose.