Premio Malafemmena a Barbara Carere: l’intervista
Arriva il Premio Malafemmena per Barbara Carere
Bentrovata Barbara. Siamo arrivati all’edizione numero 20 del Premio Malafemmena: avresti immaginato all’inizio di questa avventura di toccare questo traguardo?
“In verità non hai pensato di arrivare ad un traguardo, semplicemente ogni hanno ho speso tutte le mie energie le mie competenze , le mie conoscenze per poter onorare un premio nato per caso, in un locale sotto casa mia al Vomero: A’ Malafemmena ed oggi è un premio prestigioso e conosciuto anche a livello internazionale con la presenza l’anno scorso del sassofonista Steve Norman dello storico gruppo gli Spandau Ballet, che negli anni 80 90 hanno scalato le classifiche di tutto il mondo.
Oggi un premio amato dagli artisti che in questi venti anni hanno ricevuto il premio Malafemmena e dopo il premio hanno scalato classifiche vinto dischi d oro calcato stadi importanti come il Maradona e non solo , come Andrea Sannino, Franco Ricciardi, Rosario Miraggio, attrici presenti alla prima edizione come la mia amica Serena Rossi, attori del calibro di Massimiliano Gallo, Giovanni Esposito, Patrizio Rispo, Biagio Izzo, Salvatore Esposito, Peppe Iodice, Michelangelo Tommaso solo per citarne alcuni, ma ti assicuro sono davvero tanti ma tanti artisti che hanno ricevuto il premio.
E con orgoglio posso dire che il premio un po’, ad alcuni artisti, li ha battezzati, forse siamo stati bravi ad individuare la loro bravura. Perché lo ricordo accanto a me in questi anni c’è sempre stato mio marito Giuseppe da quando siamo spostati, ha sposato me ed il premio Malafemmena ( ride,ndr). Il premio è parte della mia vita giornalistica, ero da poco stata assunta da Paolo Serretiello ( che ricordo con grande affetto) a radio Marte. E con Peppe Varriale inventammo insieme Marte Sport Live. Ero una novella giornalista con tanta voglia di fare con grande determinazione oggi a distanza di venti anni c’è la stessa voglia ma con più esperienza ma con la consapevolezza ogni anno di dare qualcosa in più per rendere il premio migliore dell’anno precedente perché ho l’obbligo morale di portare avanti una promessa fatta a Liliana De Curtis, forse questo e’ il mio segreto, mi aiuteranno loro dal lassù’“
Cosa ci puoi anticipare di questa edizione?
“Non potrei anticiparti nulla. Però per l’amicizia e la stima che ci lega ti do una notizia che ho avuto proprio oggi e stento a crederci. I Duran Duran, ai quali sono molto legata, tutti sanno che sono stata là e sono una loro attivissima fan oserei dire scatenata (ride,ndr), hanno accettato di buon grado e sono molto contenti del premio. Mi sto organizzando con la loro manager Wendy per le modalità della consegna. Per la B&G art Event Communication, per tutti noi l’affermazione in un campo internazionale del premio Malafemmena dopo la presenza di Steve Norman è un gran bel traguardo. In campo nazionale invece felici ed orgogliosi della premiazione di quest’anno del rapper Moreno, genovese con papà napoletano, ha vinto amici nel 2013 primo rapper a vincere l’edizione, è stato anche coach del talent e nel 2015 a Sanremo.
Della presenza del cantante di Aka 7even, anche lui ex concorrente di Amici nel 2020, classificatosi al secondo posto e nel 2022. È stato a Sanremo, campano doc. Sono felicissima della premiazione del direttore Roberto Alessi di Novella 2000, giornale per il quale attualmente collaboro e sarà presente a Napoli per ricevere il premio. Per noi consegnare il premio al direttore è motivo d’orgoglio, considerando che è uno dei grandi nomi del giornalismo italiano, direttore di importanti testate e con una brillante carriera tra radio, tv e carta stampata.
Ti ho dato un po’ di anticipazioni chiaramente non mancherà Radio Crc per la quale collaboro. Infatti sarà presente l’editore Salvatore Isaia che riceverà il premio e anche nel campo medico le nostre ecclenze come il professor Paolo Delrio RESPONSABILE DELL’U.O.C. DI ONCOLOGIA CHIRURGICA
COLORETTALE E DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA, Natale Guarnaccia giovane ricercatore, il papà il cardiologo Franco Guarnaccia, la psicoterapeuta sessuologa Valentina De Maio, il dottor Giuseppe Quarto, urologo presso L’istituto tumori di Napoli fondazione Pascale dove si occupa di chirurgia urologica robotica. E davvero tanti altri premiati che non posso svelare, questi i nomi trapelati negli ultimi giorni. Ma soprattutto con me sul palco della ventesima edizione per il secondo anno consecutivo, lo speaker Max Giannini.
Guardando indietro, quali sono i momenti e gli interventi che più di sono rimasti impressi in questi vent’anni, e quali, se ci sono, i personaggi che avresti voluto invitare e che non hai ancora potuto ospitare?
“A dirti il vero, i momenti emozionanti in queste diciannove edizioni sono stati davvero tanti e dirti qualcuno in particolare sminuirebbe uno o l’altro premio. Però è chiaro che il momento più emozionante è che ho ben impresso nella mente è stato quando per la prima volta, Liliana, la figlia di Totò è stata al premio Malafemmena. Ricordo che ci fu una standing ovation e sul palco con me c’era sempre Max Giannini. Lì non ti nascondo che piansi di gioia, perché tutti quei sacrifici, porte in faccia, gelosie ed invidie che non mancano mai sono state ripagata.
Perché Liliana era lì e aveva dato il consenso al premio e ancor di più negli anni quando è tornata. L’ultimo che ricordo che c’era anche Peppino di Capri e quando cantò la canzone d’amore dei miei genitori, Champagne. Fu un altro momento molto emozionante, e durante quella edizione, Liliana, mi strappò la promessa di continuare il premio perché la sua età iniziava a pesare. Oggi che questo premio esiste ancora ho l’obbligo, la passione e l’amore di far sì che possa essere felice e soddisfatta. Altro momento emozionante è quando Elena, la figlia di Liliana fu presente al premio perché la mamma, il primo anno che non poteva più muoversi per non far sentire la sua mancanza, mandò Elena Anticoli De Curtis e fu un premio anche quello sentito con la sua presenza. Un sigillo in più. E la 18esima edizione quando abbiamo premiato Antonio Careca, bomber brasiliano che con Diego Armando Maradona guidò il Napoli alla conquista della coppa Uefa, facendolo ritornare a Napoli.
È stato un tripudio la città si è infiammata. Sono stati giorni emozionanti, abbiamo fatto rumore e finalmente il premio è diventato maggiorenne ed abbiamo ottenuto il patrocinio del Comune Di Napoli grazie a Teresa Armato, assessore al turismo e alle pari opportunità, che ringrazio personalmente per il patrocinio e per tutto quello che fa per la nostra Napoli. Da quando c è lei il Turismo a Napoli più di 450 mila presenze. Boom di stranieri, alberghi pieni e folla nelle strade, registrati negli ultimi ponti. Senza dimenticare che i primi 6 mesi del 2023 sono da record. Secondo i dati di Federalberghi Napoli, nel primo semestre è stato superato il 78% di occupazione media camere. Complimenti a lei e ringrazio ancora l’assessore Teresa Armato e il sindaco Manfredi per l’importante riconoscimento. In realtà mai nessuno ha rifiutato la premiazione e di questo ne sono, ne siamo fieri!
Nel corso degli anni possiamo dire che il Premio Malafemmena ha saputo evolversi non solo come evento mediatico ma come vera e propria rassegna con una portata anche sociale?
Il sociale è sempre il mio cruccio. Credo che ci fa il nostro lavoro deve necessariamente essere al servizio del prossimo. Sai spesso noto che molti colleghi, o meglio, molti operatori del nostro settore peccano di egocentrismo offrendo molto poco. Il mio è sempre stato un giornalismo di servizio, un giornalismo di denuncia quando era necessaria un giornalismo donato. Ho sempre preferito star dietro l’artista ho sempre amato, dare qualcosa nelle mie collaborazione. Mi viene in mente una frase di San Francesco che mi accompagna negli anni: “Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova”.
Ed è per questo e alla grande amicizia che mi lega a Rosaria Borrelli, sorella di Massimo Borrelli che purtroppo non c’è più. Ogni anno la invito al premio per la sua associazione ”voglio il Massimo onlus”. Quest’anno oltre a lei ho invitato la direttrice del Santobono Pausillipon, Flavia Martisciano. Perché i bambini del Santobono dico sempre che sono tutti figli nostri e la ricerca è fondamentale“.
Dal nostro ultimo incontro registriamo, purtroppo, la scomparsa di Liliana De Curtis, figlia dell’immenso Totò: siete l’unico premio che ha avuto il riconoscimento ufficiale dalla loro famiglia, cosa ha rappresentato per voi la perdita di questa figura di riferimento?
Non l’abbiamo persa, è sempre con me in prima fila!
Avevamo parlato l’ultima volta anche della tua società la B& G Art Event Communication: a quali iniziative state lavorando adesso?
Grazie a Dio la mia società è una solida realtà in Campania e non solo. Curiamo gli uffici stampa e tanti eventi importanti come quello del compleanno di Diego Armando Maradona, commissionati dal suo amico e storico manager Stefano Ceci. La produzione del concerto di Livio Cori al teatro Bolivar di Napoli, lo spettacolo a teatro di Pasquale Palma, leggerissima estate su Rai 2 e tanti concerti al’ a baia Domizia per il Summer festival che come ogni anno curiamo la comunicazione.
Ti chiesi se ti sentissi realizzata l’ultima volta, e mi rispondesti guai a sentirsi senza aspirazioni: trovarne in questi tempi non facili per tante cose è la tua vera sfida?
Quanto tempo è passato? Perché ora ti direi che mi sento realizzata come donna, che ha saputo crearsi qualcosa di suo, senza accettare compromessi e rimanere LIBERA. Forse ho imparato ad avere le spalle più larghe con il tempo e l’esperienza e i consigli di mio marito Giuseppe. A fregarmene se non vengo compresa ed abbandonare le relazioni tossiche lavorative! Non ho bisogno di qualcuno o di qualcosa e non scalpito per esserci : SONO! Presunzione? No, autodifesa ( ride,ndr)
Ringrazio tutti i partecipanti, tutti coloro che collaborano per la riuscita del premio. Soprattutto per il patrocinio dell’assessoratonal Turismo, Teresa Armato e la B&G Art Event Communication, il direttore del Gold Tower Hotel, Marco Zuppetta per l’impegno con i suoi collaboratori e la proprietà la famiglia Pugliese”.
A cura di Barbara Carere