Intervista a Riccardo Starace, mosca bianca del settore socio-sanitario
Novella 2000 incontra Riccardo Starace, presidente e AD di Medica Group Holding: “Sogno una sanità che non curi solo pazienti…
Novella 2000 incontra Riccardo Starace, presidente e AD di Medica Group Holding: “Sogno una sanità che non curi solo pazienti ma si occupi delle persone”.
Nel numero di Novella 2000 attualmente in edicola trovate un’intervista a Riccardo Starace, dedicata all’uomo e l’imprenditore di successo.
Attualmente presidente e AD di Medica Group Holding, Starace ha iniziato la sua carriera prima arruolandosi nelle Fiamme Oro della Polizia, poi imboccando il settore immobiliare. Oggi è uno dei più valenti e caparbi professionisti del settore socio-sanitario, di cui rappresenta una mosca bianca per il suo stile “differente” di fare impresa.
Se il percorso professionale di Riccardo Starace ha subito una drastica virata verso un altro settore, però, c’è una ragone profonda che l’imprenditore ha voluto condividere con il nostro settimanale. Riportiamo quindi per il web alcuni stralci del nostro incontro, firmato da Alberto Pescara.
Intervista a Riccardo Starace di Medica Group Holding
Quando e perché cambiano i suoi interessi imprenditoriali?
Tutto è cambiato quattordici anni fa. Mio figlio Giammarco si è ammalato. Questo ricordo è una fotografia che ho impressa nella mente. Ero in un reparto pediatrico di una nota struttura ospedaliera. Il senso di impotenza che provai fu talmente grande che ha determinato le mie scelte professionali successive. È stata la scintilla che ha acceso la voglia di impegnarmi in prima persona nel settore.
Quali sono, secondo lei, le caratteristiche necessarie per diventare un imprenditore, soprattutto in Italia e in questo momento?
Sicuramente è necessaria un’enorme determinazione. Immensa. Sono un uomo caparbio e questo è un grande vantaggio. La caparbietà è necessaria e imprescindibile per il raggiungimento di risultati tangibili. Il settore sanitario mi consente inoltre di abbinare la sensibilità sociale al senso imprenditoriale. La sanità è un mondo molto complesso con competitor di altissimo livello, ma le motivazioni che avevo erano più forti di ogni ostacolo. Solo grazie a una incrollabile volontà ho superato difficoltà che sembravano insormontabili. Mi sono scontrato con un certo “sentir comune” che intendeva scoraggiarmi: dicevano che non avrei mai avuto successo in quest’avventura imprenditoriale. Invece ce l’ho fatta, rimanendo fedele a me stesso e ai miei valori.
Sappiamo che lei è anche un uomo, e un imprenditore, molto sensibile verso gli altri. Cos’è per lei la “responsabilità sociale”?
È una spinta emotiva che dovremmo avere tutti, ognuno nel proprio settore. Abbiamo investito, e continueremo a farlo, in alcuni progetti di comunicazione sociale come il cortometraggio Sogni interpretato da una straordinaria Loretta Goggi e diretto da Angelo Longoni. E questo perché l’audiovisivo ha la capacità di utilizzare il linguaggio universale delle emozioni e dei sentimenti. Ha la forza di lasciare, negli occhi di chi lo guarda, dei messaggi precisi. Sogni racconta il delicato tema dell’Alzheimer… Continueremo su questa strada puntando a prodotti di qualità sempre più alta.
I prossimi progetti di Starace
Avete perciò in progetto di proseguire con questo modo di “raccontare”?
Con Gianluca (Gianluca Melillo Muto, responsabile della comunicazione di Medica Group Holding, ndr) che ha l’abilità di concretizzare le mie idee, abbiamo altri progetti da realizzare nel futuro prossimo. Racconteremo le esperienze delle persone che vengono curate, ma anche quelle di coloro che le curano. Storie reali, di persone vere, che hanno l’obiettivo di portare alla luce quegli aspetti di vita vissuta tanto dagli ammalati, quanto dalle loro famiglie e degli operatori che li assistono… Stiamo promuovendo, inoltre, partnership istituzionali di responsabilità sociale come quella con l’APS “Asilo Savoia” per la Palestra della Legalità o il Centro Sportivo di Montespaccato a Roma: entrambi beni confiscati alla criminalità e adesso utilizzati per il bene comune.
Che cosa ha in serbo per il futuro?
Far crescere la nostra azienda a livello nazionale, con un’attenzione particolare volta all’internazionalizzazione. Proveremo a contrastare sempre di più lo “shopping” che stanno facendo alcuni grandi gruppi esteri. Intendiamo dare vita a una nuova alternativa per tutta la filiera italiana della sanità che possa essere un polo d’attrazione anche fuori dai nostri confini.
La vita privata dell’imprenditore
Sappiamo che Medica Group Holding è un’azienda molto “rosa”, chi sono le donne più importanti della sua vita?
Nel mio privato ci sono tre donne che ringrazio: mia madre, mia moglie e mia figlia. Ognuna di loro mi dà ogni giorno qualcosa di unico e speciale che mi sostiene e alimenta quotidianamente. L’esperienza di mia madre, l’amore di mia moglie, la semplicità di mia figlia, sono energia pura. Delle donne mi colpisce il modo diverso di vedere e sentire la vita. In particolare la capacità di coniugare dolcezza e sensibilità con grinta e passione. Doti che ho la fortuna di percepire tutti i giorni accanto a mia moglie Clodia, compagna di vita e amica.
Come riesce a conciliare la sfera professionale con quella privata?
La mia priorità è la famiglia. La coinvolgo anche nella sfera professionale: per esempio, con mio figlio Giammarco, il maggiore dei tre, condivido gli aspetti emotivi del mio lavoro. Mi aiuta ad avere una lettura spontanea, sincera e autentica. Il suo modo di vedere le cose è un punto di osservazione diverso. Mi consente di avere una “vision” genuina e appassionata. Ed è stata proprio questa visione, nel tempo, a portarmi i risultati più duraturi.