Sabrina Zuccalà di 4ward360 a Novella 2000: ‘Guardiamo sempre oltre’
L’imprenditrice Sabrina Zuccalà racconta com’è riuscita a coniugare cultura e nanotecnologie in un’intervista a Novella 2000. “Ho dato inizio alla…
L’imprenditrice Sabrina Zuccalà racconta com’è riuscita a coniugare cultura e nanotecnologie in un’intervista a Novella 2000.
“Ho dato inizio alla mia car- riera lavorativa in un’azienda italiana in qualità d’impiegata, e dopo appena pochi anni mi sono ritrovata a gestire l’azienda nonostante studiassi ancora. Il raggiungimento degli obiettivi è stato sempre il mio focus giornaliero”, ci dice Sabrina Zuccalà (recentemente ha ricevuto il premio internazionale d’eccellenza al merito della Repubblica Italiana), che ha creato la 4ward360, un’azienda italiana attiva nella ricerca e leader nello sviluppo e nella produzione di formulati nanotecnologici in ambito edile, industriale e, soprattutto, nella protezione e conservazione dei beni culturali.
In pratica, ha creato materiali che conferiscono proprietà idro e oleo repellenti alle superfici porose in generale, rivoluzionando così tutti i tradizionali sistemi protettivi per la conservazione del patrimonio storico dei Beni Culturali e Unesco.
I nanomateriali sono sostanze chimiche composte da elementi di dimensioni estremamente ridotte, misurabili in miliardesimi di metro, cioè nanometri (e da qui il nome). Alcuni nanomateriali sono presenti in natura (ad esempio le particelle che costituiscono il polline). Altri possono essere una conseguenza non intenzionale di attività umane (ad esempio i prodotti della combustione). Altri ancora sono prodotti artificialmente.
L’intervista di Novella 2000 a Sabrina Zuccalà
Lei è considerata un genio, ma è anche una donna. Rita Levi Montalcini diceva che non è sempre un bene.
“E l’essere una donna imprenditrice, arrivata dove lo sono io peraltro, può far pensare sia frutto magari di compiacimenti e leggerezze, o di favoritismi. Ma devo dire che non è così. Sono rimasta sempre fedele al mio essere più profondo, a una mia personale etica che si basa su principi fondamentali che sono il rispetto del lavoro altrui e delle norme che regolano ogni tipo di progetto in cui la mia nanotecnologia viene applicata. Questo vuol dire le Istituzioni, il Territorio, l’ambiente e coloro che fisicamente opereranno su quel progetto”.
Ma che cosa sono le nanotecnologie? Leggo sul web: “La nanotecnologia è un ramo della scienza applicata e della tecnologia che si occupa del controllo della materia su scala dimensionale nell’ordine del nanometro, ovvero un miliardesimo di metro (in genere tra 1 e 100 nanometri), e della progettazione e realizzazione di dispositivi in tale scala.
“Sembra difficile, vero? Le nanotecnologie costituiscono un nuovo approccio che si basa sulla comprensione e la conoscenza profonda delle proprietà della materia su scala nanometrica. Un nanometro (un miliardesimo di metro) corrisponde alla lunghezza di una piccola molecola. Su questa scala la materia presenta svariate proprietà, a volte molto sorprendenti. Le frontiere tra discipline scientifiche e tecniche, così, si attenuano. Il che spiega la dimensione interdisciplinare fortemente associata alle nanotecnologie”.
Imprenditrice che si batte contro i pregiudizi
Rimane complicato. Come si autodefinisce Sabrina Zuccalà?
“Sabrina Zuccalà? Partiamo dalla mia giornata tipo, che inizia con una sveglia mattutina subito a ritmi alti. Telefonate, incontri e scontri, sopralluoghi, stesura preventivi e organizzazione dei lavori. Per poi, finalmente, passare alla realizzazione. Ovviamente in tutto questo c’è Sabrina Zuccalà, una donna di 46 anni, che ha sempre combattuto per ciò che voleva. Combattuto con i denti anche contro i tabù, contro i pregiudizi verso la Donna”.
Avverte i pregiudizi di genere?
“Sono ancora oggi preponderanti, pur essendo in un’era ‘avanzata’ in cui non dovrebbero esserci differenze di genere. Piuttosto le differenze dovrebbero essere negli atteggiamenti nei confronti della vita. Per come ognuno di noi, quotidianamente, decide cioè da che parte stare, che scelte attuare.
È quello che io faccio da sempre, e lo faccio dapprima a livello personale, consapevole che si rifletterà su quello professionale. Il mio progresso evolutivo, forgiato dalle esperienze, ha messo a frutto gli insegnamenti e le opportunità che mi si sono presentati nella vita. Non solo per un benessere personale, ma destinato a qualcosa di più alto. Quindi non solo verso il singolo individuo, ma a favore della comunità”.
Dunque?
“Dunque Sabrina Zuccalà si definisce, semplicemente, una donna che fa della sua professione la sua missione, l’amore per il Paese e per le infinite opportunità reperibili concretamente in ambito storico, archeologico, culturale, territoriale e comunitario”.
Nanotecnologie e beni culturali: come si coniugano?
In quali fra le molteplici applicazioni delle nanotecnologie crede maggiormente?
“Quello dei beni culturali. Dare futuro alla storia mi affascina da sempre. È per questo che ho fatto nascere un settore dell’azienda che si occupa solo del mondo del restauro”.
Nella quotidianità del cittadino comune, cosa può apportare concretamente la nanotecnologia?
“Per rispondere a questa domanda occorrerebbe un libro intero. Per quanto riguarda la nanotecnologia a protezione delle superfici, che è il mio ambito di intervento specifico, basta guardarci intorno. Un monumento salvaguardato, un alimento prodotto senza spreco di tempo, una superficie protetta dai germi, un pavimento sul quale non si scivoli. C’è un mondo di opportunità sul quale investire, per il quale è anche possibile creare opportunità di lavoro. Io ci credo molto, oggi mi sembra che anche le istituzioni ci credano. Il futuro può darci enormi soddisfazioni!”.
Ci può parlare del suo lavoro come donna esperta in nanotecnologia?
“La mia esperienza nel campo della Nanotecnologia nasce sin dalla prima volta che ne sentii parlare. Ho immaginato subito come la natura ci possa dare la soluzione a tutto o quasi, e noi non abbiamo abbastanza occhi per vedere le soluzioni che ci propone. Il nostro ego ci porta a non considerare più le cose semplici. La natura ci insegna molto, ed è per questo che ho deciso di cimentarmi in qualcosa davvero unico, completamente bio e che potesse riprodurre ciò che la natura fa: la conservazione al naturale”.
In che cosa consiste il suo progetto Heritage Preservation Lab, l’utilizzo della nanotecnologia per la conservazione del patrimonio culturale e artistico?
“Da imprenditrice amo creare, il progetto Heritage Preservation Lab nasce con l’intento di dedicarsi esclusivamente alla conservazione dei beni culturali. Ho personalmente scelto i migliori professionisti d’Italia per avere una rosa di tecnici esperti del restauro, insegnare loro l’applicazione dei nanomateriali e con loro procedere con questo progetto finanziato da 4ward360, alla conservazione del nostro patrimonio e non solo”.
a cura di Gianni Lorena