L’industria discografica tuona contro Sanremo: “Teatro Ariston e città inadeguati per ospitare il Festival”. Parla il CEO della Fimi.

Sanremo, l’attacco dell’industria discografica

Di anno in anno si riaccende la polemica intorno al Festival. Stavolta torna a galla da un’inchiesta lanciata da Il Foglio dove Enzo Mazza, CEO della Fimi, ha detto la sua a proposito non della manifestazione ma della città di Sanremo.

Il capo della Federazione dell’industria Musicale Italiana, supportato da Mario Limongelli (che rappresenta le case discografiche indipendenti) e da Caterina Caselli, non sembra avere dubbi su Sanremo. Questo perché, secondo un pensiero diffuso, la Città dei fiori starebbe “stretta” a una manifestazione di tale spessore.

Secondo Enzo Mazza infatti la kermesse che di anno in anno sarebbe cresciuta nei numeri, dando nuova linfa ai discografici, avrebbe tutto il contorno che non aiuterebbe. Secondo il suo punto di vista si dovrebbe investire di più nella città di Sanremo per quel che riguarda le infrastrutture, i collegamenti, le strade, le aree pedonali e così via. Da qui la stoccata: «Se John Travolta e Russell Crowe hanno voluto dormire a Nizza, pur di non stare a Sanremo, un motivo ci sarà».

Come detto non è la prima volta che emerge questo problema intorno al Festival di Sanremo e oggi, nel 2024, se ne torna a parlare con insistenza, nonostante la Confcommercio della città e l’associazione di imprese della città sostengono il contrari.

“È una città che probabilmente pensa di poter vivere di rendita. Ma senza investimenti diventa sempre più fosforescente la distanza tra la modernità di un Festival di grande successo e l’obsolescenza di una città che non vuole crescere”, ha dichiarato Enzo Mazza.

Stando al capo della Fimi la Rai si sarebbe modernizzata così come i discografici. Ma a non fare passi avanti sarebbe proprio la città di Sanremo. Da qui ha elencato una serie di problematiche da risolvere. Una su tutte? La stazione ferroviaria. “La cosa più moderna è quell’assurda stazione ferroviaria scavata nella roccia. Per raggiungere i due binari devi fare quattrocento metri e prendere due ascensori. Manco a New York. Sarà costata miliardi”, ha detto.

Ma dunque cosa succederà? Ci sarà davvero uno spostamento del Festival di Sanremo? A oggi sembra essere poco realistica questa ipotesi. Anche perché lo scorso novembre il comune ha rinnovato, a rialzo, la concessione con la Rai per altri due anni. E per quanto nel 2023 una cordata abbia presentato un’offerta poi non si è mai andati fino in fondo.