Sembrerebbe che la Rai stia pensando a un possibile piano B se dovesse perdere Sanremo: un Festival itinerante in diverse città italiane!

Il piano B della Rai sul Festival di Sanremo

Si continua a parlare del futuro del Festival di Sanremo in Rai. Se questa edizione è intatta e andrà regolarmente in onda sul primo canale, come d’abitudine. Non è detto che in futuro possano esserci delle modifiche. Il Tar Ligure infatti ha dichiarato sia “illegittimo” affidare il Festival alla Rai da parte del Comune di Sanremo. E, secondo queste premesse di dovrebbe dunque pensare a una gara pubblica.

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Il ricorso al Tar, come reso noto, è stato depositato dalla JE, ovvero una società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere di carattere musicale.

I piani alti della Rai giudicherebbero questa azione di “disturbo”, poiché si tratterebbe così di voler impostare un Festival già da zero, a dispetto di una macchina già rodata da tempo e un battage pubblicitario che parte mesi prima. Per questo Viale Mazzini sarebbe pronta a un ricorso al Consiglio di Stato e se dovesse uscire un bando per la TV pubblica, si parteciperà: «E noi, oltre al Festival, abbiamo fatto l’Eurovision Song Contest a Torino, partendo da zero», si fa notare dalla dirigenza.

Il marchio che quindi rischia di finire in gara è “Festival della Canzone Italiana”. Uno dei dirigenti ha fatto sapere a Il Corriere della Sera: «Siamo sicuri che chi vincesse, resterebbe a Sanremo, dove si paga un mucchio di soldi per usare un teatro piccolo, ci si arrangia in strutture fatiscenti e per arrivarci si deve pure passare da Nizza?».

Se da una parte Sanremo senza la Rai rischierebbe di perdere il Festival, per la TV un Festival di canzoni si potrebbe organizzare ovunque. Da qui quindi l’idea: «Con il nostro format potremmo anche farlo itinerante, sfruttando le migliori strutture. E magari facendoci pagare dagli enti locali interessati, anziché pagare noi».

Resta comunque un’altra ipotesi dichiarare Sanremo “patrimonio culturale” per legge e attribuire così l’organizzazione esclusiva alla TV pubblica. Ma il Tar ha escluso tale possibilità, sostenendo che il Comune non avrebbe i requisiti necessari. Cosa succederà ora?