Sergio Castellitto è Gabriele D’Annunzio in Il cattivo poeta: tutto sul film
D’Annunzio e Novella Su un numero di Novella (senza 2000, che sarebbe comparso nel 1967) del 1927 in copertina appariva…
D’Annunzio e Novella
Su un numero di Novella (senza 2000, che sarebbe comparso nel 1967) del 1927 in copertina appariva Gabriele D’Annunzio. Il Vate non disdegnava posare in foto che lui giudicava più che sensuali, anticipando di un secolo i sirenetti di Novella 2000.
In quegli anni, Novella era pubblicato da Mondadori, anche editore dell’Immaginifico, come era celebrato, e auto-celebrato, D’Annunzio. Il quale chiamava Arnoldo Mondadori “Montedoro”. Non era solo un vezzeggiativo, ma si riferiva alla quantità di denaro che il grande poeta si faceva dare dal grande editore per le opere nuove e la riedizione di quelle vecchie.
Il cattivo poeta: trama, cast e location
In questi giorni D’Annunzio è sugli schermi italiani, impersonato da Sergio Castellitto nel film di Gianluca Iodice Il cattivo poeta. La vicenda è ambientata nel 1936. Giovanni Comini è stato appena promosso federale, il più giovane che l’Italia possa vantare. Ha voluto così il suo mentore, Achille Starace, segretario del Partito Fascista e numero due del regime.
Comini viene convocato a Roma per una missione delicata: dovrà sorvegliare Gabriele D’Annunzio e metterlo nella condizione di non nuocere… Il Vate negli ultimi tempi appare contrariato, e Mussolini teme possa danneggiare la sua imminente alleanza con la Germania di Hitler.
Ma al Vittoriale il disegno politico di cui Comini è solo un piccolo esecutore inizierà a perdere i suoi contorni, e il giovane federale, diviso tra la fedeltà al partito e la fascinazione per il poeta, finirà per mettere in serio pericolo la sua carriera.
“Non c’è stato mai un poeta tanto adorato in vita come Gabriele D’Annunzio, amato come una rockstar, un genio a 360 gradi. E tanto odiato poi post mortem”.
Sergio Castellitto è D’Annunzio, tra antipatie e venerazione
Sergio Castellitto, parlando con la stampa del Cattivo poeta, non ha paura di lanciarsi nei paragoni. D’Annunzio come Mick Jagger o i Maneskin, verrebbe da dire.
“Pier Paolo Pasolini lo detestava. Ed è una cosa davvero strana, perché D’Annunzio e Pasolini avevano qualcosa in comune: erano entrambi poeti-soldato, pronti a uscire dalla trincea e a prendersi un colpo in fronte”.
Il film è stato girato quasi tutto dentro il Vittoriale sul Lago di Garda, dove D’Annunzio morì l’1 marzo del 1938 a 74 anni.
Nel cast anche Tommaso Ragno, Clotilde Courau (moglie di Emanuele Filiberto) e Fausto Russo Alesi.
“Mi piaceva rappresentare questo poeta recluso in questo castello di Dracula tra donne e cocaina. Una specie di Nosferatu, ma comunque un personaggio scomodo, mai inspiegabilmente raccontato dal cinema”, aggiunge Iodice.
“Per entrare nel personaggio mi sono tagliato i capelli completamente. Perché è la prima immagine che si ha di lui: un cranio senza capelli pieno di immaginazione e poesia. Ma nel film sono fondamentali sia l’incontro di questo artista nell’ultimo anno della sua vita con questo giovane che, a differenza di lui, ha più futuro che passato, e poi il Vittoriale, luogo dell’anima e archeologico di D’Annunzio”, conclude Castellitto.
Il cattivo poeta vi aspetta in tutti i cinema appena riaperti, già dal 20 maggio scorso.
a cura di Carlo Faricciotti