Silvio Berlusconi: l’amore di tutti, e la paura
In tanti gli devono molto, e molti gli rendono grazie in queste ore difficili: Silvio Berlusconi, l’amore di tutti insieme alla grande paura
Tra la gente che deve tanto a Berlusconi
Qui a Cologno nessuno ne parla mentre si lavora, come se il lavoro fosse la miglior medicina (e lo è) per superare i dolori, le preoccupazioni, brutte notizie. Poi, basta introdurre l’argomento e tutti si sciolgono.
“Ma non sono preoccupato per l’azienda, più che solida e con i professionisti e i manager più bravi del mondo”, mi dice un produttore di primo piano. “Il lavoro non sarà mai un problema, ma è il lato umano che mi fa soffrire: Silvio Berlusconi mi ha dato da lavorare per trent’anni. Grazie a quello che ha creato – e ne ha fatte tante, da Milano Due, Milano Tre, Mediaset, Forza Italia – ci ha permesso di crescere, di mandare i nostri figli a scuola, di pagare i mutui. E solo qui a Mediaset sono in cinquemila le famiglie che gli devono dire grazie ogni giorno, per questo è così amato, sostenuto, anche nei momenti più bui di attacco mediatico e politico senza tregua”.
“I miei due figli ora sono grandi, sani, cresciuti bene grazie al mio lavoro e a quello di mia moglie. Ma se non ce l’avesse creato lui… ‘Grazie, Silvio’ dovremmo tatuarcelo tutti, qui dentro“.
Intanto, le cronache di queste settimane ci hanno parlato di ricoveri, nuovi ricoveri, il mantra ripetuto quasi rassicurante degli “esami di controllo”, i consigli di riposo e niente stress.
I post gioiosi di “Silvio” tra i tulipani, come per tranquillizzare chi gli vuole bene. “Amo i tulipani, soprattutto per la varietà dei loro colori. E allora guardate cosa ho combinato: un prato, un grande prato tutto di tulipani a casa mia, vi piacciono?”.
E il nuovo ricovero, i figli, tutti che corrono come ogni famiglia in ospedale, al San Raffaele, dove c’è il suo medico di fiducia Alberto Zangrillo.
Silvio Berlusconi: la storia clinica e i forti stress
Silvio Berlusconi in questi anni ne ha passate tante: problemi respiratori, polmonite, operazioni a cuore aperto, coliche, perfino il Covid, che lui definì “La prova più pericolosa della mia vita”. E infine l’ammissione dall’ospedale: “Silvio Berlusconi soffre di una grave patologia del sangue: leucemia“, che a 86 anni compiuti fa gelare il sangue.
Nulla però mi toglie dalla testa che questi problemi di salute siano anche la conseguenza delle battaglie processuali che gli hanno sferrato senza tregua.
Pare siano più di trenta, i processi in cui Silvio Berlusconi è stato imputato.
Processi, sparsi in tutta Italia. Ma eccetto uno in cui è stato condannato per una storia fiscale, si sono chiusi o con il non doversi a procedere per prescrizione, o con l’assoluzione, oppure con un’archiviazione o il proscioglimento in fase di indagine, o udienza preliminare. L’ultimo, il processo Ruby Ter, conclusosi dopo anni di titoli, attacchi, con l’assoluzione il 16 febbraio scorso.
Tanto stress, tanta tensione alla fine hanno mandato il conto.
Posso solo aggiungere il mio grazie al dottor Silvio Berlusconi e alla sua famiglia. Anch’io, come moltissimi altri, ho lavorato per lui. E quando ho fondato accanto a Silvana Giacobini Chi e ho diretto Star TV – due successi editoriali – ho lavorato per undici anni in esclusiva per loro.
Dopo aver dato generosamente al prossimo, ora penso sia il momento anche di pensare un po’ a se stessi.
Ancora grazie, Presidente.