Simona Izzo sulle polemiche della sua ultima fiction: ‘Abbiamo smosso le coscienze’
Simona Izzo sentita da Novella 2000 dopo le polemiche generate da ‘Svegliati amore mio’ e il licenziamento di un operaio ex Ilva
Già dai promo, con la canzone di Diodato in sottofondo, prometteva rumore: la fiction Svegliati amore mio, in sole tre puntate (terminata il 7 aprile), è diventata un caso costato un provvedimento disciplinare a due tarantini. Uno, poi, è stato anche licenziato.
Mentre Sabrina Ferilli conquistava milioni di telespettatori, interpretando una madre coraggio in lotta contro la fabbrica che potrebbe aver fatto ammalare di leucemia la figlia, due dipendenti del siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva di Taranto) sono stati sospesi dall’azienda. Motivo? Aver condiviso, su Facebook, un post che invitava a guardare la miniserie, firmata da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, che pone l’accento sui danni ad ambiente e salute causati dall’inquinamento industriale.
Le analogie con l’ex Ilva di Taranto
La storia raccontata in TV non è ambientata a Taranto (né la cita espressamente), ma le analogie con le vicende pugliesi a molti sono risultate chiare.
L’acciaieria di Taranto, la più grande d’Europa, da decenni vive un’odissea. Tutti pensano che inquini, tutti sanno che quei livelli di tumore al polmone al rione Tamburi, a ridosso dello stabilimento, sono anomali.
Dopo una guerra tra industria e magistratura, ora ArcelorMittal (subentrata alla vecchia proprietà dei Riva) sta definendo col Governo una soluzione che trovi un compromesso tra l’esigenza di produrre acciaio e quella di non morire per produrlo. Lo Stato sta tornando in parte proprietario dell’acciaieria, e con ArcelorMittal sta attuando un piano di decarbonizzazione per produrre in modo meno inquinante.
In questo contesto, i riferimenti della serie TV hanno evidentemente riaperto ferite che si sta cercando di rimarginare. Per ArcelorMittal, i post Facebook dei due tarantini, che erano entrambi dipendenti dell’ex Ilva, sono risultati eccessivi. In questione non tanto il fatto che abbiano invitato a “vedere la serie”, quanto i commenti social a latere, definiti dall’azienda “affermazioni di carattere lesivo e minaccioso” atte a denigrare l’azienda.
Uno dei due dipendenti sospesi si è poi scusato su Facebook. L’altro no, ed è stato licenziato dopo 21 anni in acciaieria (ha 45 anni, moglie e due figli).
I sindacati, l’Ubs in testa, definiscono il licenziamento “un gravissimo attacco alla democrazia, in particolare alla libertà di espressione e opinione”, e hanno indetto uno sciopero a oltranza il 14 aprile, con presidio degli operai davanti ai cancelli della direzione del siderurgico.
Pronti a scendere in campo anche i coniugi Tognazzi e Sabrina Ferilli. Ne parlo proprio con Simona Izzo, regista appassionata e amica, da cui ho avuto il piacere d’essere diretto ne L’amore strappato, altro successo di Canale 5, sempre con protagonista la Ferilli.
Intervista a Simona Izzo
Simona, che cosa è successo?
“Posso capire che l’azienda abbia ritenuto quella posizione offensiva. Ma è innegabile che città come Taranto e Piombino siano sfondo di manifestazioni contro l’inquinamento, purtroppo non ascoltate da chi dovrebbe”.
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, è tornato a chiedere la sospensione cautelativa dello stabilimento che per i tarantini è lavoro.
“Non auspico la chiusura, che dà lavoro a 10.700 persone, oltre 8mila tarantini, ma una bonifica sì. La stessa che Sabrina e tutte le mamme d’acciaio chiedono nel nostro film”.
Ovvero?
“Chiedono al direttore dell’azienda di lavorare l’acciaio a freddo, senza combustione, a gas e non a carbone, e di coprire le dune minerarie, per evitare che le polveri si sollevino generando il vento rosso micidiale”.
Una soluzione possibile?
“Certo, è già attuata in tante acciaierie, in Germania, India. Non azzera l’inquinamento, ma lo rende sopportabile per l’uomo. Taranto chiede questo: lavorare in modo sano”.
C’è un’ordinanza del Tar con cui i giudici amministrativi hanno ordinato lo spegnimento dell’area a caldo del siderurgico. Ordinanza, però, sospesa dal Consiglio di Stato su ricorso di ArcelorMittal, in attesa dell’udienza di merito programmata per il prossimo 13 maggio.
“I genitori tarantini mi hanno chiesto di unirmi, quel giorno, per manifestare insieme. Il Sindaco della città ha scritto una lettera al Presidente delle Repubblica, citando indirettamente la nostra fiction, tutt’altro che finzione”.
Il sodalizio con Sabrina Ferilli
Con questo gesto a chi vorresti rivolgerti?
“Allo Stato, che dovrebbe creare ricchezza senza portare morte. Taranto è una delle città più belle del mondo, ma è innegabile che il suo mare, i suoi pesci siano inquinati. Il vento rosso c’è e si vede, al punto che come recita una delle nostre attrici, ‘Il tramonto sembra durare tutto il giorno'”.
Già con L’amore strappato, tu, Ricky e Sabrina avete smosso le coscienze.
“Questo è il senso del sodalizio con Sabrina. Tu lo sai bene, avendo lavorato con noi. Molti pensavano che Svegliati amore mio raccontasse una vicenda inventata. Non è così. Sono orgogliosa d’aver fatto conoscere una triste realtà. Sono troppi i bambini morti o affetti da leucemia, linfomi”.
La fiction nasce dall’incontro in aeroporto con una mamma vera.
“Una donna divisa fra l’ospedale Bambino Gesù di Roma, dove la figlia è ricoverata, e la Calabria, dove l’attendono gli altri due bambini. Lei vive vicino a un’acciaieria”.
Ma perché tu e Ricky non avete espressamente citato l’ex Ilva?
“Perché in Italia non c’è solo Taranto. Ci sono ben 42 siti: Piombino, Gela… La nostra denuncia doveva riguardare tutti”.
a cura di Gabriele Lazzaro