Simona Tassone: l’anima del body positivity passa alla letteratura
Simona Tassone, modella plus size e influencer, si cimenta nella scrittura con un primo libro in cui racconta la sua storia personale
Simona Tassone è tante cose: modella plus size, ambassadors di un marchio di abbigliamento per donne in vendita esclusiva per l’Italia su Qvc, musa d’arte per Luna Berlusconi (per la serie scultorea Le Divine), influencer, attrice e oggi anche scrittrice.
Il primo libro
Nel suo libro La mia felicità ha un peso, edito da Editrice Italica, la modella originaria di Imperia racconta la sua vita, parlando direttamente al cuore delle donne e dicendo loro che nulla può risplendere senza il buio, e che il fiore più bello può nascere dal terreno più duro.
“Io stessa ho imparato a mie spese che per ricostruire se stesse bisogna accettarsi e amarsi per come si è. La mia fisicità non è canonica – è alta 1,71 cm per 100 chili – o meglio, in Italia ancora non è stata sdoganata. Negli Stati Uniti abbiamo grandi personalità come Ashley Graham e Lizzo, paladine del body positivity. Qui si fa ancora molta fatica ad accettare questo concetto di bellezza. Ma da sempre sono in prima linea nella lotta al body shaming, per influenzare in modo positivo vecchie e nuove generazioni, rompendo ogni pregiudizio e stereotipo esistente”.
Perché lei stessa ne è stata vittima.
“Sin da ragazzina sono stata una presenza imponente, con ossa grandi, un po’ in carne, ma non obesa. Avevo le cosce grosse e ricordo che mia madre da subito mi ha sottoposto a ogni tipo di trattamento per ridurne la misura. A 12 anni poi, durante l’ora di educazione fisica, il professore ricordo che mi disse davanti a tutti: ‘Simona, fai un giro di corsa in più perché hai le cosce grosse’. Cominciai le prime diete. A 12 anni. Poi da adolescente e da adulta mangiavo per compensare la mia fame di amore. E così cominciai ad attrarre gli uomini sbagliati”.
Un amore sbagliato
Come Amir, il suo ex marito, con cui ha vissuto 7 anni da incubo e alla fine dei quali ha tentato anche il suicidio:
“Ero una donna fragile, che non si amava, quindi facilmente manipolabile. Mi trasferii per lui nel mondo arabo. Ma poi scoprii grazie a una mia visione, in cui lo vedevo baciarsi con un’altra, che si era sposato con un’altra donna mentre era ancora insieme a me”.
Il baratro in cui cade è ciò che le dà la spinta per risalire più forte di prima:
“Comincio un percorso di psicoterapia e nel frattempo scopro il buddismo, che mi ha permesso di tirar fuori la luce dalla mia parte oscura. Lì ho capito la mia missione: dovevo aiutare altre persone, altre donne, a brillare in questo mondo buio. Così cambio vita e comincio ad agire e pensare in modo differente.
E la vita mi risponde: mi trasferisco dalla Liguria a Milano per studiare recitazione in un’accademia artistica, e iniziano a fioccare le prime parti nei film, le prime sfilate. Intanto la mia consapevolezza, come artista ma soprattutto come donna, si accresce. Il libro per me è un ulteriore modo per parlare a un pubblico femminile là fuori, che spesso non ha una voce e non viene ascoltato”.
Un ideale da sdoganare
Tante sono infatti le donne che non si rivedono nell’ideale di bellezza che ancora viene proposto nei media.
“Secondo lo stereotipo io sono grassa, ma la mia anima non ha taglia. Io sono energia pura, il corpo è solo un contenitore: quando perirà, la mia anima continuerà a viaggiare nell’universo. Oggi lavoro grazie al mio corpo, perché ho capito finalmente che non è un limite ma una forza. Mi batto perché anche il mondo là fuori lo capisca: voglio essere un mezzo per costruire un futuro in cui le giovani donne di oggi possano fare meno fatica per affermare chi sono, la loro bellezza. Perché una donna che prova gioia di vivere è regina di felicità, una donna che scopre la gioia di vivere dentro di sé è vincitrice”.
Simona è la BELLEZZA