Lo sfogo continua

Alessio Vassallo, quindi, ha proseguito nel suo sfogo parlando appunto degli influencer in generale e non soltanto di Sophie Codegoni e il compagno:

Basta con questi moralismi. Ci sono anche molti colleghi che sento che dicono: “Però, forse quella che c’ha i peli sotto le ascelle, l’altra è depressa… può essere di conforto“. (Perché poi ogni mese ne hanno una, una volta è depressa, una volta c’ha la bulimia…) Ma conforto di cosa? Sono depresso, mi aiuta leggere che una defice…e vende scarpe su Instagram è depressa? Ma stiamo dando i numeri. La verità è che una ragazza di 15 anni oggi non vuole andare al conservatorio, ma vuole vendere creme su Instagram? E abbiamo preso per il cu*o per vent’anni, poveraccio, Giorgio Mastrota che vendeva pentole e materassi.

Io penso che la nostra categoria debba reagire e forse un segnale può essere che i grandi autori non diano più i loro film a Venezia per un anno o due, basta. Andassero a Venezia soltanto i fenomeni da baraccone. E so benissimo che Venezia non è solo il Red Carpet, ma anche un mercato. Ma un mercato che così viene avvelenato da questa gente qui. Io penso che la nostra categoria debba farsi sentire.

Il discorso di Vassallo, perciò, si è concluso prendendosela con coloro che mettono la loro vita privata in piazza, come nel caso di Sophie Codegoni e Alessandro:

Un’ultima precisazione: “fenomeno da baraccone” non è un’offesa; è la descrizione di persone che non avendo nulla da raccontare, da dire, sono disposte a mettere alla berlina tutti: la propria famiglia, la madre, il padre, le malattie, i figli, pur di avere 5 minuti di notorietà. Ed è quello che succede al Grande Fratello, nei social. Spesso, se li senti quando fanno interviste, è una roba surreale, metti in mezzo tua madre o tuo padre che non c’è più, il fratello ammalato, questa roba qui. Io la trovo veramente deprimente. Questi sono i fenomeni da baracconi.

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