La vita delle First Ladies in TV

A breve arriverà una nuova serie che promette scintille: First Ladies, con Viola Davis che darà il volto di Michelle Obama e Michelle Pfeiffer a Betty Ford, moglie di Gerald Ford, 38° presidente USA.

La serie non lascia correre in fraintendimenti, First Ladies è la narrazione della vita, della storia, delle emozioni delle First Lady della Casa Bianca. Donne potenti, carismatiche, capaci di sostenere il marito e al tempo stesso di dettare tempi e modi nel panorama politico mondiale.

Emerge la natura densa e forte delle mogli, tutte con la capacità di stimolare nel marito Presidente decisioni spesso difficili. “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”: non solo una credenza, ma un’assoluta verità, tanto che le First Lady lo hanno dimostrato nel corso di tanti anni.

La prima puntata è dedicata a Betty Ford, una donna impegnata nel sociale e attiva in politica ancor prima di diventare moglie di un politico (per lei saranno le seconde nozze). Una donna autentica, schietta, diretta. La sua vita, nonostante i fasti della Casa Bianca, è stata offuscata da esperienze forti come la dipendenza da alcol.

Betty Ford non ha mai negato la sua condizione, è riuscita a tradurre la sua esperienza in un insegnamento. La sua vita personale trasuda emozioni intrecciate nelle vicende politiche, nel rigido protocollo della Casa Bianca, negli impegni istituzionali, nella sua provenienza borghese, ma anche nella caduta libera nell’alcool.

Non era complicata, dal carattere emotivo ed empatico, una donna fragile in un ruolo che non si è scelta ma che si è ritrovata a vivere. La sua fragilità, i suoi dolori nascosti trovano la via della sedazione nell’alcool. Per una donna della sua estrazione sociale questa cruda esperienza è stata travolgente, frantumante se lei non avesse avuto la capacità di trasformarla in una risorsa.

Rinata a nuova vita

Ha saputo trasformare un suo limite, una sua dipendenza in un progetto che ha portato una ventata di speranza e ha teso una mano a chi, come lei, ha attraversato le nebbie dell’inferno.

Durante il periodo alla Casa Bianca, la dipendenza sembrava essere caduta nell’oblio. Ma purtroppo, dopo aver lasciato Washington DC, il consumo di alcolici aumentò. Così, dopo qualche anno entrò nell’ospedale navale di Long Beach per la riabilitazione da droghe e alcol.

Non si nascose dietro a una falsa apparenza. Affrontò la sua condizione, non ne fece mistero, non si trincerò nel perbenismo borghese di chi nasconde la mano dopo aver tirato il sasso.

Sacro e profano, vergogna e pudore, verità e responsabilità, vita pubblica e privata, onore e castigo, si sono alternate nella sua vita senza censure. Questa donna arrivata a vivere alla Casa Bianca a fianco del Presidente insegna ancora oggi che le impervie della vita possono falciare di netto vite anche prestigiose, ma non per questo bisogna nascondersi.

Nel percorso di cura si è spogliata del suo status sociale. Ha vestito solo i panni di Betty, la donna in cerca di sé e alla scoperta dei suoi fantasmi. Uscita dall’incubo, fondò nel 1982 il Betty Ford Center, dedicato ad aiutare soprattutto le donne a superare le dipendenze. Un luogo dove lei stessa lavorò intensamente, aperto a tutti, non solo alle persone agiate.

L’incubo diventa risorsa

Betty Ford è l’esempio di come un vissuto destabilizzante può essere trasformato in una risorsa. Ritrovarsi, per Betty, è stato scendere fino al confine di sé, ritrovando la forza di uscire dalla caverna dell’autodistruzione.

Il Betty Ford Center accolse molte persone, nomi illustri, tra cui il premio Oscar Liz Taylor. L’attrice hollywoodiana era caduta nella fitta rete dell’abuso di antidolorifici e psicofarmaci, accompagnati da dosi massicce di alcol. La sua vita era alla deriva, le serviva un percorso di ricovero e cura. Come Betty Ford, anche lei si vestì solo dei panni di Elisabeth, una donna alla ricerca di sé, desiderosa di conoscere le alchimie della sua anima tormentata in cerca di amore. Sette matrimoni e altrettante solitudini.

Tra i corridoi del centro, Liz incontrò ancora una volta l’amore. Larry Fortemsky, in trattamento a seguito del suo stato di ebrezza dopo un incidente, fu l’uomo semplice dalle emozioni pulite che toccò il suo cuore facendo sbocciare l’amore.

Larry, uomo di modeste origini, e la divina di Hollywood, una volta usciti dal Betty Ford Center, dettero un gran da fare al gossip, e il matrimonio giunse di lì a breve.

Lui più giovane di lei, coinvolto da questo amore nato tra le mura della cura, sposando la divina diventò Mister Taylor. Un matrimonio che naufragò nel giro di poco tempo, seppur la Taylor continuò a prendersi cura di questo giovane con cui aveva iniziato a percorrere la strada dell’amore – così ci è dato da pensare – all’interno di un percorso di recupero e disintossicazione.

Forse Larry rappresentava il cambiamento, la genuinità, l’amore cercato e mai arrivato.

Dalla macchia al tramonto

La vita della first lady Betty Ford ci insegna molto. Soprattutto ci fa capire che un vissuto abbraccia molte esperienze. A volte il naufragio accade, ma non per questo la macchia indelebile della vergogna deve espandersi ovunque. C’è tempo per riparare e riprendere un nuovo avvincente percorso di vita.

Betty Ford muore nel 2011, dopo una vita intensa, senza sconti. Ha saputo crearsi un’identità assolutamente fuori dal comune, offrendo l’autenticità dal vertice del potere mondiale nonostante la macchia della dipendenza. Una macchia diventata una rosa.

Dopo la prima puntata, First Ladies focalizzerà l’attenzione su Michelle Obama interpretata da Viola Davis. Tenetevi informati perché questa serie TV saprà regalarvi una raffinata narrazione di donne assolutamente impareggiabili.

a cura di Barbara Fabbroni