Studio Minolfi: quando la separazione incontra calunnia e diffamazione
Partendo dal caso di Angelina Jolie e Brad Pitt, le avvocatesse Eloisia e Luana Minolfi si pronunciano su separazione, calunnia e diffamazione.
Il divorzio Jolie-Pitt
La favola tra Angelina Jolie e Brad Pitt si è trasformata in un incubo. Si sono lasciati nel 2016, dopo due anni di nozze, quasi dieci insieme, sei figli (di cui tre adottati). Ora la Jolie sta accusando Pitt di “violenza domestica”. Per fonti vicine a Pitt, si tratta solo di fango, nulla è stato dimostrato.
L’accusa risale a un po’ di tempo fa, e ha già portato il Dipartimento dei servizi per l’Infanzia e per la Famiglia di Los Angeles ad assolvere del tutto Pitt. A metà marzo, però, la Jolie avrebbe depositato in Tribunale documenti da cui risulterebbero prove a supporto della sua tesi.
In più la bomba è arrivata da Maddox, 19 anni, primo figlio della coppia: secondo un’esclusiva di US Weekly, nella disputa per l’affidamento dei figli Maddox ha testimoniato contro il padre, dicendo di non voler più il cognome Pitt ma solo quello materno Jolie.
L’origine di tutto sarebbe un litigio, anni fa, tra Maddox e Pitt (si dice all’epoca ubriaco), durante un viaggio in aereo. Dopo, Jolie sarebbe andata subito a chiedere il divorzio.
Dal particolare all’universale
Liti simili possono capitare a chiunque, anche in Italia. Da noi, nell’ipotesi di una separazione così feroce, che tutele esistono per l’ex coniuge, vittima da parte dell’altro di accuse che possono risultare solo infamanti?
In casi simili, il nostro ordinamento prevede che, parallelamente alla separazione, si possano configurare due reati: calunnia e diffamazione. Simili, ma differenti a seconda della gravità e dell’estensione della condotta denigratoria.
Calunnia e diffamazione
Si tratta di calunnia quando una persona accusa di un reato un’altra persona che però sa essere innocente (art. 368 c.p.) e l’accusatore non è in grado di dimostrare la fondatezza del suo racconto, perché senza prove o addirittura con prove contrarie a ciò che dice.
Un esempio concreto? Un ex coniuge denuncia ingiustamente l’altro ex coniuge di vessazioni (maltrattamenti in famiglia). O di essere stato spinto, subendo una lesione. O parla di abusi verso i figli e non ha prove a supporto delle sue accuse.
Nel caso della Jolie che ha denunciato Pitt per violenza domestica è lei ora che deve fornire in Tribunale idonee prove (documentali e/o testimoniali) a sostegno della sua denuncia. In assenza o addirittura in presenza di prove che scagionino Pitt, quest’ultimo non solo può essere assolto ma potrà anche agire contro Jolie chiedendo la condanna per calunnia. E potrà anche chiedere il risarcimento di danni eventualmente prodotti dalle calunnie.
In più, vista la notorietà delle parti e considerata la divulgazione a mezzo stampa della notizia, potrà chiedere una condanna per diffamazione. Sì, perché calunnia e diffamazione possono realizzarsi contemporaneamente: la calunnia non esclude la diffamazione.
Il codice dice che commette diffamazione (art. 595 c.p.) chi offende l’altrui reputazione in assenza della persona offesa e in presenza di almeno due persone. È necessario dunque che l’offeso non sia presente, che l’accusa sia condivisa con più persone e che siano lesi onore e reputazione.
Diffamazione e separazione
In concreto, perché sia rilevabile la “diffamazione nella separazione” è sufficiente, ad esempio, che l’ex coniuge riferisca a terze persone dell’infedeltà dell’altro ex coniuge, al fine di ottenere una pronuncia a sé favorevole in sede di separazione.
Il colpevole rischia la reclusione fino a un anno e una multa fino a euro 1.032. Ma se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato o è commessa a mezzo stampa (anche attraverso social) scattano le aggravanti.
Per difendersi, il diffamato può proporre denuncia-querela entro tre mesi da quando ha avuto conoscenza delle offese. E quando la giustizia penale avrà fatto il suo corso, la vittima di diffamazione potrà trovare soddisfazione anche in sede civile ottenendo il risarcimento danni, patrimoniali e non.
Inoltre, sulla base di recentissimi indirizzi giurisprudenziali, se emerge l’infondatezza delle accuse non si è più tenuti a versare l’assegno di mantenimento all’ex coniuge “accusatore”. Infatti, esporre l’ex a un procedimento penale pur conoscendo la falsità delle accuse è violazione del dovere di assistenza verso il coniuge, cosa che porta la perdita del diritto al mantenimento.
Nel caso di Pitt-Jolie, se lei non riuscisse a dimostrare la fondatezza delle sue accuse contro Pitt, e se emergesse che le sue accuse sono solo strumentali a ottenere benefici in sede di separazione, secondo il diritto italiano potrebbe avere ripercussioni economiche e (essendo un personaggio molto noto) anche di immagine.