Studio Resente: gli editti dell’Europa contro il celeste mondo del vino
Gli editti dell’Europa intralciano anche il nobile mondo del vino? È quanto si chiede il nostro Alessandro Resente in questo editoriale.
Il mondo del vino
In questi giorni nei quali la natura si sta lentamente risvegliando e dalle piante fuoriescono le prime gemme, nelle distese di vigneti che caratterizzano il nostro Paese subito i vari contadini si stanno mettendo all’opera per potare le viti e iniziare i primi trattamenti. Da questi arbusti così spogli in inverno, semplici tronchi con qualche tralcio, prima spuntano le foglie e poi gradatamente i grappoli d’uva che per la maggior parte verranno trasformati nel nettare degli dei: il vino.
Il mondo del vino è qualcosa di unico, di magico. Scoprire tutte le alternative di lavorazione, di fermentazione, di invecchiamento per arrivare al prodotto finito e al piacere che si prova nel berlo. Ma soprattutto il vino è storia. E l’Unione Europea, in piena pandemia, con la gente che muore, con i limiti alla libertà, con la crisi economica che sta assumendo ogni giorno dimensioni più grandi di cosa si preoccupa? Di voler far apporre sulle bottiglie etichette allarmiste come quelle sulle sigarette.
Come si fa ad arrivare a tanto e poi in questo periodo? Non hanno altri pensieri? In che bolla vivono? Ma questo è così importante per costruire una grande Europa? Poi ci si chiede perché gli italiani non sentono il concetto di Europa!
Molto spesso le decisioni prese a livello comunitario non hanno favorito il nostro Paese, anzi. Questa Europa non è quella che ci avevano spiegato a scuola quando ci facevano fare il tema. Quando il migliore veniva scelto e premiato (e una volta ho anche vinto!). Era un concetto di Europa forte, coesa, unita, rispettosa. Invece, purtroppo, al suo interno i nazionalismi rimangono forti, con la volontà di alcuni Stati (sostanzialmente Germania e Francia) di comandare. Di decidere per gli altri e soprattutto cercare, attraverso provvedimenti o limitazioni, di annientare quelli che sono i punti di forza o le caratteristiche peculiari di uno Stato.
Il bere un bicchiere di vino è un piacere. Valorizza il piatto che stai mangiando, ti dà un momento di ebbrezza, ti rallegra. Ma soprattutto, cari signori, molto spesso significa compagnia ed è un momento da condividere con gli amici.
Vino come compagnia e ristoro
Quando ci di trova con gli amici è normale bere un buon vino. Quante volte davanti un bicchiere ci si è confessati! E adesso stanno decidendo di toglierci anche questo.
Chi sono questi tecnici che vogliono ancora di più limitarci la nostra libertà e il nostro vivere? Io le voglio vedere le loro facce, parlare con loro, capire che problemi hanno… Perché non si può arrivare a tanto.
Già abbiamo perso, senza capirlo bene, molta della nostra libertà. Alla sera tutti a casa: bar e ristoranti chiusi alle 18. Vietato anche vedere i parenti se si è in certe zone. E adesso mettiamo anche i limiti sul vino? Ma dove si vuole arrivare? Che noi ci alziamo alla mattina, andiamo a lavorare, ci mettiamo una mascherina che ci blocca il parlare, la sera a casa e poi a letto subito?
È questa l’Europa in cui devo credere? No, io non ci sto, io voglio tornare a vivere! Io vorrei veramente capire perché questi “pensatori” europei vogliono apporre queste etichette.
Il vino è un frutto della natura che viene trasformato in bevanda. Cosa c’è di più buono, dopo una giornata di lavoro, di sorseggiare un buon bicchiere di vino? E non ditemi che fa male. Certo non bisogna esagerare.
Forse non va bene che noi Italiani stiamo producendo i migliori vini del mondo. Ne abbiamo di favolosi, e questo dà fastidio. E allora bisogna bloccare il fenomeno!
Ritorno alle origini
Guardiamo invece cosa sta succedendo nel mondo del vino. Vi ho già detto che è una storia fantastica, che provoca emozioni forti. Adesso stanno emergendo viticoltori che stanno reintroducendo i vecchi metodi e vinificano nel rispetto della natura.
Come ad esempio Nicola Gatta, che ha posto la Natura al centro del processo di vinificazione seguendo i processi della biodinamica e lasciando i vini a maturare sui lieviti non in base ai mesi, ma alle lune.
Ricordiamo che i contadini hanno sempre seguito la luna per i vari processi, dalla semina alla raccolta. E proprio così Gatta ottiene vini che già al primo sorso sono un turbinio di emozioni.
Allo stesso modo anche Gaspare Buscemi (una vita fatta di amore per il vino), che ha reintrodotto le lavorazioni tradizionali e artigianali arrivando a creare lui stesso alcune macchine per il trattamento del vino.
Buscemi sottolinea: “I miei vini esprimono valori di territorio, tradizione e qualità e hanno tutto il sapore della cultura che li ha prodotti”. E per far capire la sua passione e cosa rappresenta per lui dice: “Il mio lavoro e la mia storia si perdono nel tempo e si ritrovano nelle bottiglie. Finché una di esse parlerà ancora, il racconto continuerà”.
Buon vino è salute
Ma secondo voi un buon vino può far male? Iniziamo a raccontare la verità, finiamola con queste furbizie!
E non solo sul vino ma anche sui formaggi e sui salumi. Anche questi sono il risultato di un lungo processo e racchiudono una storia. Fanno forse più male di certe – lasciatemelo dire – schifezze che si mangiano all’estero? Ma la bontà dei nostri formaggi, dal Parmigiano Reggiano all’Asiago all’eccezionale Bagòss… Il piacere di una fettina di prosciutto crudo o di salame con un buon rosso!
Allora cari tecnocrati, sapete cosa voglio dirvi? Lasciateci vivere, lasciateci il piacere della buona tavola e del buon bere. Lasciateci ritrovare il sorriso, quello bello che fa bene. Voi siete liberi di mangiare e bere quello che volete. Ma tenete ben presente che i nostri prodotti sono i migliori al mondo. Ricordatevi che la dieta mediterranea è consigliata da molti esperti.
Forse vi dà fastidio che viviamo a lungo… e allora venite a vivere da noi e ricordatevi bene che tutti i vostri assurdi provvedimenti non possono eliminare le caratteristiche di un popolo con una storia che come noi nessuno ha. L’Unione Europea non deve essere questo!
Ma capitelo bene! Già abbiamo i nostri problemi.
Come non mai, in questo periodo, si è sentita la distanza tra la politica e la gente comune. Non possiamo accettare un’Europa così, ed è inutile che ci raccontino tante frottole. Solo i fatti contano.