La riscoperta di Torino

Dopo tantissimi anni sono tornato per un weekend a Torino, ed oltre essere stato un bellissimo viaggio è stata un’esperienza fonte di grandi riflessioni. Torino è veramente bella. Passando per le sue vie centrali rimani affascinato dai palazzi, imponenti ed eleganti, che trasmettono tutta la storia passata. E camminando lungo i portici scopri un’infinità di pasticcerie, che propongono i dolci tipici sui quali svetta il gianduiotto.

Torino è stata infatti la prima città italiana a scoprire la cioccolata grazie ai rapporti tra i Savoia e la casa regnante spagnola, che con le colonie aveva iniziato ad importare il cacao, e il primo utilizzo è stata la cioccolata in tazza.

Le emozioni più forti tuttavia le ho provate visitando la Reggia di Venaria, e grazie alla preziosa guida di Raffaella ho respirato appieno la sua costruzione, ma soprattutto la sua ricostruzione. Un’edificazione iniziata nel ’600, ma che ha subito poi grandi distruzioni con l’arrivo di Napoleone.

Le sue non sono state semplici devastazioni di guerra, ma l’esternazione di quel senso d’invidia che ha da sempre caratterizzato il rapporto con i Francesi. Così come per altri Paesi europei, che hanno sempre subito la nostra “superiorità”.

Purtroppo quella di Napoleone non è stata solo una rapina, ma la distruzione di un patrimonio, come testimoniano i resti degli stucchi o alcun affreschi rimasti perché coperti da controsoffitti, tutti gli arredi portati via e venduti all’asta. Non bastava conquistare, ma bisognava distruggere per annientare, per nascondere.

Il talento italiano

La capacità, la creatività, la maestria e il gusto degli Italiani, però, non si possono sconfiggere. È stato e sarà sempre così, perché la storia lo dice e noi orgogliosamente siamo così!

La ricostruzione della Reggia di Venaria è durata solo 9 anni, dal 1998 al 2007, e ci ha permesso di poter riprendere a respirare la bellezza di questa realtà sia nella sua struttura sia nel bellissimo giardino all’italiana. Pensate che alcuni disegni, progetti, sono stati ripresi per la costruzione della Reggia di Versailles!

Per cui la nostra è la storia di un popolo che ha sempre dimostrato capacità indubbie. La bellezza dei nostri monumenti ne è la testimonianza. Non lo pensiamo ma lo siamo e lo saremmo sempre, dei grandi lavoratori. Siamo unici, abbiamo dentro una forza che non si ferma mai, e siamo in grado di ricostruire. E se non si mettono in mezzo i burocrati, in poco tempo anche.

Le ingerenze dell’Europa

Questa capacità lavorativa unica la vediamo attraverso tutti quei grandi artigiani che caratterizzano le lavorazioni più particolari. E se i politici che ci governano ne avessero capito l’importanza e l’unicità, avrebbero fatto di tutto per proteggerli invece di piegarsi alle decisioni altrui, all’interno di questa Comunità europea che continua a prendere decisioni e stabilire norme che veramente cercano solo di boicottarci o danneggiarci.

Basti pensare a tutto quello che viene deciso in tema di prodotti alimentari, dove siamo decisamente il miglior paese al mondo per tutta una serie di fattori climatici e legati al territorio. Ovviamente, da simili materie, unite a una creatività unica e la forza del gusto, non potevano che nascere piatti e ricette che dominano il mondo.

Noi abbiamo inventato la pizza, la pastasciutta, i risotti, il panettone, il tiramisù. Ma poi ogni città, ogni regione ha le proprie ricette… E quello che è veramente fantastico è che, molto spesso, dietro c’è una bellissima storia, molto spesso nata da situazione di povertà.

Le sarde in saor, tipico piatto veneziano, sono nate quasi sicuramente per poter conservare le sardine durante i lunghi tragitti in mare. Oppure il fritto piemontese, creato semplicemente per recuperare gli avanzi. O le polpette, che trovano il loro ingrediente nel pane raffermo!

Un’esperienza indimenticabile

Io – l’ho già detto più volte – amo la cucina italiana, sicuramente la migliore del mondo. Ma una grande riprova di ciò l’ho trovata, respirata, goduta con una magnifica cena al ristorante Del Cambio, sotto la guida dello chef stellato Matteo Baronetto.

Oltre il piacere del palato e le emozioni che ho provato, ho avuto la fortuna di sedermi nel tavolo in cucina. È stata un’esperienza indimenticabile vedere la professionalità, la bravura, la collaborazione tra i ragazzi che compongono la sua brigata.

Li ho veramente ammirati per come costruiscono i piatti, per l’attenzione che ripongono nel presentarli. Tutti precisi, ordinatissimi e perfetti nei tempi…

Certamente molto si deve allo chef Baronetto, che oltre a creare i piatti ha saputo organizzare questo gruppo. Ma vedendoli al lavoro ho capito la bravura dei nostri cuochi. Una serata indimenticabile, sia per le emozioni che ho provato nel gustare i vari piatti ma anche nel vedere tutto il lavoro che c’è dietro.

La nostra cucina è tradizione, è una moltitudine di sapori, di abbinamenti, di inventiva nata talvolta dalla necessità ma che ci ha formato e affinato. Tanto da poter innovare con sicurezza, perché alla base c’è la conoscenza del gusto!

Ho visto quanto lavoro, quanta precisione, quanta attenzione viene data a ogni piatto, e ancora una volta ho capito quanto bravi siamo.

Indignazione per l’Europa

Nello stesso tempo ho riflettuto su tutta una serie di interventi della Comunità europea che sembrano quasi dei pugni ai fianchi per sfiancare. Norme fatte solo per indebolirci. Quante leggi, inutili a prima vista, ma che nascondono un disegno ben preciso. Ma possibile che i nostri politici non se ne rendano conto?

Il nostro Presidente della Repubblica, perché non interviene, perché non dice nulla? Perché chi ci governa non punta i piedi e pretende rispetto?

E soprattutto, che si finisca con questa invidia… Basta con leggi ad hoc, basta con limiti e imposizioni assurde! Che si ritrovi il senso che aveva portato alla creazione di questa unione e finiamola anche con l’egemonia di alcuni, si può fare! E vedendo questi ragazzi al lavoro ancora una volta mi sento di dire: SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO.

a cura di Alessandro Resente