Studio Resente: perché ha ragione Mentana e il nostro voto non conta
Il voto popolare conta poco o nulla: la posizione di Alessandro Resente sugli ultimi sviluppi della politica italiana in attesa di nuove elezioni
Il voto popolare? Non conta
La partecipazione degli elettori alle ultime amministrative ha dimostrato ancora di più come sia grande il distacco tra chi ci governa e la popolazione. È inutile fare valutazioni diverse. La gente comune non crede più nel politico motivato che sceglie tale impegno solo e unicamente per il bene comune.
Ma non solo: le scelte fatte, prima con Napolitano e poi con Mattarella, hanno evidenziato che la volontà popolare conta poco o nulla. Vengono individuate strategie, spesso supportate da una stampa troppo schierata, dove alcuni elementi (pensiamo solo a quella dello spread, poco significativo e mai considerato), vengono utilizzati per cambiare governi e nominare Presidenti del Consiglio che ci vengono presentati come tecnici volti al bene del Paese, ma che poi – ci si accorge – non rappresentano altro che gli interessi di fasce alte, e con loro anche molti dei loro Ministri.
Contro la Fornero
Io poi sono sbalordito da come si possa ancora invitare alle trasmissione televisive l’ex Ministro Fornero, con le migliaia di Italiani ai quali ha creato problemi e fatto piangere. Non ci si ricorda più il problema degli esodati?
Ma una forma di rispetto per le persone comuni non la devono avere anche i giornalisti di queste trasmissioni? Perché si deve calpestare la sofferenza di molti?
Non solo, ma è stata scelta dal Presidente Draghi come sua consulente. Perché, anche se fosse la più brava, un sentimento di rispetto non esiste? E tutte queste considerazioni nascono da una riflessione di Enrico Mentana, che ho sentito su RDS una sera, tornando a casa.
Il direttore, nel suo intervento, ha sottolineato come le decisioni importanti di questo governo vengano prese da Draghi e da alcuni, tre o quattro, ministri, rendendo così ininfluente il ruolo dei partiti e annullando così la volontà popolare sancita dalla Costituzione attraverso l’articolo 1, che dice espressamente:
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Pertanto, la nostra Costituzione ha voluto riconoscere al popolo la sovranità che rappresenta la fonte di legittimazione del potere degli organi costituzionali. Ciascun organo costituzionale è tale e può esercitare la propria funzione, perché trova legittimazione e fonte prima nel popolo!
I padri costituenti hanno voluto dare al popolo, attraverso il diritto di voto e l’espressione di questo che non può essere assolutamente calpestato, il diritto di partecipare indirettamente alle decisioni del governo.
Vorrei che ognuno di noi si soffermasse un secondo su quanto esposto, perché il diritto di voto è l’espressione massima della democrazia, e non può, in nessun momento, essere accantonato e dimenticato.
Rispettiamo la Costituzione
In questa fase così delicata della nostra Storia, ci troviamo di fronte al grosso dubbio se la Costituzione e il suo primo articolo siano rispettati.
Abbiamo un Governo che dispone di una larga maggioranza. Ma è formato da spiriti e idee completamente diverse. Allora come può un elettore accettare una simile situazione? Ha votato ed espresso la scelta a favore di un determinato partito, questo è al governo ma accetta delle scelte completamente in contrasto rispetto al programma e ai principi presentati.
Il Presidente della Repubblica Mattarella, uno dei principali artefici di questa situazione, dovrebbe, rispettando l’Articolo 1 della Costituzione, indire nuove elezioni in maniera tale che fosse evidente la precisa volontà del popolo italiano, in questo momento fondamentale per lo sviluppo economico del nostro Paese, e che avrà un suo peso anche sulle future generazioni.
Come possono convivere assieme pensieri molto diversi? Vediamo per esempio le differenti valutazioni sul reddito di cittadinanza. Adesso stiamo assistendo a un calderone dove l’impostazione politica della nostra realtà economica è completamente venuta meno.
L’emergenza non deve essere una giustificazione per non considerare l’articolo 1 della Costituzione!
Dalla riforma fiscale alla legge elettorale
Il Presidente Draghi adesso vuole attuare la riforma fiscale, ma quali saranno le sue priorità? Come può conciliare le idee di Destra con quelle di Sinistra? Le loro basi e i loro obiettivi sono completamente diversi. È impossibile, e soprattutto inaccettabile.
Si vuole forse imporre, approfittando di questa situazione, una riforma fiscale che va a soddisfare le richieste di qualcuno? Stiamoci tutti attenti, sono riforme troppo importanti, devono rispettare le idee dei cittadini!
Aggiungo un’altra cosa: piuttosto rimettiamo mano sulla Legge Elettorale, ridando la possibilità di scelta ai cittadini. Queste liste, in un certo senso imposte, rendono i politici come dei lavoratori a posto fisso. Invece deve essere consentita al singolo il diritto di scegliere, mandando a casa chi non rispetta il mandato elettorale o chi non si è impegnato.
Abbiamo purtroppo una cristallizzazione dei politici, sempre gli stessi. Addirittura, si sono cambiati i nomi di alcuni partiti ma i loro esponenti rimangono sempre i medesimi. Inoltre, il politico non deve considerare la propria attività come un semplice lavoro, ma deve essere una missione volta a rappresentare chi l’ha eletto e raggiungere gli obiettivi indicati nel suo programma elettorale.
Le scelte politiche e le riforme si riflettono sulla vita dei singoli, pertanto anche in questo momento chi ci sta governando deve ben tenerlo presente e non deve essere permesso a nessuno di prendere decisioni o imporre leggi che non rappresentino la volontà della maggioranza dei cittadini, altrimenti questa non sarebbe più democrazia.
a cura di Alessandro Resente