Studio Resente: quel che si ricorda è ciò che vale
Il valore dei ricordi, di una vita che era ma che continua a restare e che chiede di essere ripristinata: il pensiero di Alessandro Resente
Il rito dell’idrolitina
“Idrolitina”. Quanti ricordi verranno a molti di voi solo nel sentire questo nome. L’Idrolitina ha identificato un’epoca, un momento di boom, di successo economico. Ma nello stesso tempo rappresenta come si viveva e si godeva anche di piccole cose. Era un rito prepararla…
Spesso noi piccoli volevamo farla da soli, con i danni e poi le parole che ci prendevamo, perché bisognava essere veloci e avere manualità. Si doveva prendere una bottiglia con tappo a molla e chiusura ermetica e versare prima la bustina rossa, poi immediatamente quella azzurra, chiudere con il tappo, agitare e voilà: l’acqua frizzante era pronta.
Anche questo un vero lusso. Aveva un gusto indefinito, un po’ salato, ma specialmente nelle giornate calde d’estate rappresentava una bevanda dissetante che bisognava bere subito, perché se svaporava diventava non piacevole.
Questo flash, questo ricordo mi è passato nella mente riflettendo come si sia arrivati alla società attuale, dove non si apprezzano più determinate cose e specialmente per i giovani tutto è sostanzialmente scontato.
Abbiamo vissuto periodi in cui con poco si gioiva, ma soprattutto si guardava più alla concretezza e meno all’apparenza. Forse si viveva in maniera più semplice ma si apprezzava molto di più.
Vecchi giochi e passatempi
Da piccoli si godeva nel prendere le bustine di farina di castagne e tirarla con la cannuccia, che immediatamente ti ingozzava e iniziavi a tossire. Ma era una gioia, e costava solo 20 lire. Oppure si mangiavano le famose fiamme, pastine ricoperte di cioccolato con un interno di albume. Oggi sarebbero assolutamente vietate!
Non c’erano giochi tecnologici costosi, i semplici bidoni dei Lego erano un lusso. La famiglia era al centro di tutto, e la vita godeva di sinceri rapporti umani. Si giocava in mezzo alla strada, e non c’erano pastine confezionate ma – ed era veramen- te buono – pane e burro e zucchero come merendina.
Adesso no, i bambini, i ragazzi devono essere gestiti, portati di qua, portati di là, e guai a mangiare certe cose! Ma noi cosa eravamo? Degli esseri soprannaturali, per riuscire a sopravvivere mangiando queste cose?
Forse era più valido il concetto di vita sana che abbiamo vissuto, piuttosto che quello attuale. In quanto meno genuino, più costruito, più artefatto. Tutto il correre sta facendo perdere il dialogo, il confronto, la conoscenza.
La famiglia si riuniva per cenare. Era la chiusura della giornata, ci si raccontava, si ascoltava il telegiornale, e Carosello rappresentava un importante spartiacque, molto spesso era il segnale per i più piccoli di andare a letto.
Anche qua qualcuno, per interessi commerciali, ha voluto intervenire imponendo quiz e trasmissioni prima della programmazione della serata, dimenticando quali sono le vere necessità, per chi lavora o studia seriamente, di rilassarsi.
Riportiamo la prima serata alle 21
Molti sui social continuano a chiedere di iniziare i film o le programmazioni serali al massimo alle 21, ma nulla. Si arriva a delle assurdità che certi programmi iniziano alle 21.50, magari con l’Anteprima, visto che è ancora presto! Ma nessuno che si chiede perché sono così tanto diminuiti gli ascolti, adesso con 2 milioni di telespettatori e con uno share del 20% si dice che è un programma di successo, ma in Italia siamo quasi 60 milioni!
Purtroppo non riesco a individuare in maniera precisa come si sia attuato questo peggioramento, questo deterioramento. E sì che di problemi ne abbiamo passati anche negli anni Settanta con la crisi economica: i limiti sulla circolazione delle auto, la fine della programmazione televisiva alle 22… Però eravamo uniti, tutti forti, c’era umanità, e soprattutto la vita scorreva semplice senza le strumentalizzazioni attuali.
Sì, adesso si sta cercando, attraverso varie forme, d’imporre stili di vita e modelli artefatti decisi da qualcuno, che però stanno deteriorando la società attuale.
Si è partiti da trasmissioni televisive che invece di puntare sulla qualità e sulla professionalità si basano sulle liti e sulla stupidaggine. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo, perché si metterebbe in discussione un sistema.
Vedere questi vecchietti che cercano un amore mi fa solo tristezza, perché dimostrano che forse hanno capito poco della vita. E vedere i ragazzi che partecipano solo con l’illusione di fare dei soldi… Insegniamo loro a costruirsi una carriera, una professionalità!
Film scadenti e influencer
Ci avete fatto caso, specialmente in Italia, che non si fanno più film che durino, si presentano nelle varie trasmissioni televisive, un po’ di giorni in sala e poi… Ovviamente ricordiamoci che dietro ci sono importanti finanziamenti governativi. Non c’è l’opera, ma il fare per fare.
Per non parlare del fenomeno degli influencer, alimentato da certe giornaliste che sebbene osannate hanno rovinato il sistema moda. Ho avuto la fortuna di incontrare le grandi giornaliste della moda come Maria Pezzi ed Elisa Massai. Loro rappresentavano la moda, la vivevano e avevano dentro quel concetto di stile che non tramonterà mai. Adesso gli influencer trasmettono messaggi negativi, immagini artefatte e non reali, e danno consigli su tutto pur non sapendone nulla.
Li vedi ostentare capi di firma abbinati in maniera assurda, perché il gusto ce l’hai o non ce l’hai. Consigliano prodotti per godere di uno sconto, promuovono hotel e soprattutto creano danni.
Finiamola, mettiamo uno stop, torniamo a una sana pubblicità. E poi tutto questo ha portato al sorgere di fenomeni come Onlyfans, dove ragazzi e ragazze pubblicano a pagamento immagini di nudo. E poi ci chiediamo perché i ragazzi non hanno più valori… Ma se non s’interviene, dove arriveremo? Tutti bravi a parlare nelle trasmissioni televisive, quando succede qualche scandalo che coinvolge ragazzi e ragazze che si vendono. Ma forse siamo stati noi che l’abbiamo permesso e alimentato!
E allora… Una corta analisi vogliamo farla? Mettiamo fine a certi fenomeni! Li blocchiamo?
Adesso siamo arrivati anche all’utilizzo dei bambini per promuovere marchi e guadagnare! Ma non ci sono delle leggi, dei limiti? Facciamo vedere quanto guadagnano i genitori per ogni foto, poi traiamo le giuste considerazioni.
Cerchiamo che le regole valgano, sempre.
a cura di Alessandro Resente