Studio Resente: riscopriamo il senso e il bello della vita
L’opinione di Alessandro Resente sul nuovo approccio della moda e dello spettacolo al futuro: liberiamoci della falsità e torniamo ai…
L’opinione di Alessandro Resente sul nuovo approccio della moda e dello spettacolo al futuro: liberiamoci della falsità e torniamo ai modelli del passato.
Si sono da poco concluse le presentazioni delle collezioni di moda per la prossima primavera-estate 2021, e in alcuni casi, veramente, sono state un inno alla felicità.
Per rispetto dei clienti si deve finire di proporre immagini dissacranti o sgraziate, facendo sfilare modelle e modelli brutti quando poi sono gli stessi stilisti che osannano alla bellezza firmando linee di beauty o di cosmetici.
Ma la coerenza del sistema moda dove si è persa? Adesso si cerca la modella transgender o androgina, ma poi quando vai a comprare trovi come massimo della taglia donna il 44. Più di qualche volta ho dovuto rinunciare ad un acquisto perché il massimo delle taglie era la 50, e solo in qualche raro caso c’era la 52.
Allora, interessanti le interviste dove si parla della nuova normalità con forme più morbide. Belle certe copertine di giornali, che propongono attrici o modelle in carne. Ma poi le pagine moda propongono immagini di donne e uomini filiformi, continuando a parlare di diete, di come dimagrire, come truccarsi, o quali creme usare.
Ma allora il concetto classico del bello non è mai tramontato! Basta, finiamola, torniamo ad una sana normalità. Uno si veste per stare bene, non per imbruttirsi.
Ripristinare la bellezza tradizionale
Il successo planetario della moda con Gianni Versace e Giorgio Armani è stato grazie anche alla bellezza delle modelle che sceglievano: da Naomi Campbell a Linda Evangelista a Claudia Schiffer. Le belle per il bello. Una moda fatta di capi stupendi che tanti desideravano.
Talvolta è tutto così assurdo, così come la nostra società premia molto spesso l’ex drogato, l’ex carcerato… Ma una persona con un passato perbene non ha meriti?!
Il Papa il giovedì Santo lava i piedi ai carcerati, ma la vita delle persone normali non bisogna premiarla? Anche loro hanno avuto le loro tentazioni, le loro possibilità di commettere reati ma hanno scelto di essere persone oneste.
Non si pensa mai che anche loro hanno il diritto di essere gratificati, di essere considerati un esempio per gli altri. No, nella società del falso perbenismo si vogliono proporre ed esaltare gli esempi più assurdi.
Falsi perbenismi: citofonare TV
Questa incongruenza sta incanalandosi gradatamente in tanti settori. Pensiamo ad esempio al mondo dello spettacolo, dove non abbiamo più le Raffaella Carrà o le Heather Parisi che avevano successo perché sapevano ballare, cantare, presentare, lo show lo facevano loro.
Adesso chi abbiamo? Solo una serie di persone che non hanno né arte né parte, molto spesso solo in grado di urlare. Per non parlare di quanto sta emergendo in questi giorni con lo scandalo collegato alla Ares, agenzia di produzione di fiction televisive e film dove si creavano coppie di fidanzati false studiate a tavolino.
Certo che anche quelli che si prestavano a simili giochi dimostrano proprio la mancanza di voler vivere la vita reale, fatta di sentimenti sinceri ed emozioni vere, preferendone una ideata e manovrata da altri. Come le scene delle esterne di Uomini e Donne, che per come sono fatte sembrano squarci di filmati pubblicitari.
Ma tutti i vari opinionisti che popolano i salotti televisivi, perché non hanno il coraggio di dire: “Ma che esempio danno alle nuove generazioni, che valori si trasmettono!”.
Un invito da mettere in atto
Purtroppo questa falsità sta anche inondando e permeando la nostra politica. Si parla, si parla, ma i problemi dell’Italia non si risolvono. Capisco che c’è il Covid, è una situazione nuova, difficile, ma bisogna essere concreti e non illudere.
E poi, basta promettere, raccontare cose che non sono vere. La gente, gli imprenditori vivono la realtà, non in mondi di fiaba o situazioni frutto dell’immaginario. Si deve parlare ai cittadini in maniera concreta, e quello che si promette si deve dare.
Anche sulla fase che stiamo attraversando bisogna spiegare in maniera precisa la situazione. I numeri non dicono tutto. Le persone che vengono contagiate, come sono venute in contatto con il virus? Avevano rispettato le norme? È gente rientrata dall’estero? Quanti giorni sono stati ammalati?
Facciamo chiarezza sulle norme introdotte e non creiamo false aspettative. Lo Stato è bravo perché ha introdotto la Cassa integrazione, ma si sa che il massimo possono essere 730 euro mensili. Come si fa a vivere avendo magari un affitto da pagare?
Vedete, si dice che è stata introdotta la cassa integrazione, ma non si dice il quantum! E poi, se si promette un bonus del 60% per le spese di sanificazione, questo dev’essere. Non il 28,3%, perché non ci sono risorse. Se è stato scritto il 60% questo deve essere. Perché gli imprenditori hanno speso pensando a questo contributo.
Per cui vorrei invitare tutti a fare una riflessione in questo momento: cerchiamo, ognuno nel suo piccolo, nella sua quotidianità, di eliminare tutta quella falsità che non porta nulla se non ad effimere illusioni e sogni che vengono poi brutalmente a infrangersi.
Diamo più concretezza alla vita, riconoscendo i veri valori e pretendendo il rispetto da chi ci governa.