Studio Resente: uscire dall’incubo e dal terrore del Covid
Riaffacciamoci (con cautela) alla vita imparando a convivere con il virus, e al Governo chiediamo chiarezza sulla pandemia
Gli Italiani esistono ancora
Questa volta voglio dedicare lo spazio della mia rubrica a quello che si stanno chiedendo e subendo molti Italiani! Sono solo la voce di migliaia di persone che nessuno vuol ascoltare o far parlare. Ma è possibile che noi Italiani, per chi ci governa, non esistiamo più? Siamo diventati come le pedine del gioco della dama. Sì, perché gli scacchi almeno hanno un valore diverso, che il governo considera completamente senza capacità di intendere o volere! Ma dove siamo arrivati? Tutto viene deciso, stabilito e imposto senza alcuna spiegazione o giustificazione, e i vari infettivologi, virologi e improvvisati esperti non dicono nulla.
Andiamo con ordine. Prima di tutto il green pass e le quarantene. Sono stati stabiliti i giorni e addirittura c’erano notevoli implicazioni per chi non li rispettava. Poi invece ci si accorge che la quarantena crea problemi dal punto di vista dell’economia, in quanto si bloccano industrie e servizi, compresi i trasporti, e allora cambio di vite.
In certi casi il governo Draghi, dopo tutto quello che ha detto in questi mesi, modifica tutto arrivando addirittura ad annullare la quarantena in determinati casi! Tutto questo senza che ci sia alcun supporto scientifico, senza alcuna validazione dal Comitato tecnico scientifico o di quei professoroni che fino a poche settimane fa volevano chiudere tutto.
Ma visto che i primi casi si sono registrati in Cina e loro stanno ancora attuando una politica molto severa, perché non prendiamo esempio da loro?
E poi sapete che se uno arriva in Cina deve farsi almeno 21 giorni di quarantena in un hotel a proprie spese? Da noi invece assistiamo ancora agli sbarchi incontrollati! Però tutti a lodare il premier Draghi. Perché? Mi piacerebbe veramente capire per cosa… Per la riforma fiscale? Per la gestione economica della crisi? O per i contributi?
Dubbi sul green pass
Il green pass doveva essere il documento che ci dava la libertà, che ci permetteva di condurre una vita senza limitazioni. Invece ormai ci siamo resi conto che serve solo per controllarci, perché eravamo arrivati al punto che si disponeva della certificazione e si era positivi!
Forse, anche se non se ne è parlato molto in Italia, dobbiamo ritenere valido quanto riportato a suo tempo dal Washington Post, che diceva che con i vari provvedimenti si stavano effettuando prove per capire dove si potevano porre limitazioni sulla libertà senza che la popolazione protestasse.
Ma la popolazione è stanca. La gente non ne può più, e ha ben capito che chi dovrebbe guidarci non ha chiara la situazione.
Io parlo perché ho il diritto di parlarne, sia per quello che ho avuto sia perché ho sempre cercato di rispettare il più possibile le indicazioni del governo.
Appena mi è stato possibile ho fatto la prima dose, così come la terza. Ho il terrore che mi ricapiti quello che mi è successo a maggio. Ma che garanzie ho? All’inizio sembrava che con la terza dose potessimo vivere tranquilli con rischi di contagio quasi nulli, invece c’è una marea di persone che dopo averla fatta, decorsi diversi giorni, prende il virus con febbre alta. Si dice che garantisce che non si finisca in terapia intensiva, ma è proprio così oppure il virus ha perso la sua forza e si manifesta quasi come una semplice influenza?
Ma uno nominato dal governo che spieghi e precisi… è pretendere troppo?
Ai primi di dicembre gli esperti dicevano che stavamo raggiungendo il picco dei contagi. Adesso invece si prevede l’apice per la prima settimana di febbraio, sulla base di quali valutazioni? E viste queste previsioni teniamo ben aperte le scuole materne e primarie, dato che – e questo è incontestabile – sono state questa volta il principale veicolo di trasmissione del virus!
Il nuovo ministro dell’Istruzione che pontifica sull’importanza della scuola in presenza, piuttosto si concentri sul riportare l’istruzione su più alti livelli di qualità!
Convivere con il virus
Altro aspetto le mascherine. In diversi stati che hanno attuato una politica di vaccinazione, come da noi, il loro utilizzo è molto limitato. Da noi invece, al contrario, si è rafforzato l’obbligo di indossarle e in certi casi addirittura le ffP2. Ma che vita stiamo conducendo? La paura dilaga.
Non sarà il caso di chiarire, di spiegare, di informare per rendere tutti più consci della situazione che stiamo vivendo?
Non si doveva raggiungere l’immunità di gregge con l’80% dei vaccinati? Obiettivo raggiunto – così ci dicono – ma contagi esplosi.
C’è la nuova variante – dicono. Ma allora l’immunità di gregge non garantisce quanto promesso. Non ha funzionato. Ma gli Italiani non hanno diritto di ricevere ufficiali informazioni?
Nel frattempo continuano le code per i tamponi, con le strutture pubbliche ormai al collasso e non più in grado di fronteggiare le richieste, e a migliaia costretti a ricorrere ai centri privati e soprattutto alle farmacie, ovviamente a pagamento.
A questo punto, visto che come ormai dicono che è come una semplice influenza, trattiamola così, senza sentire ogni giorno il nuovo bollettino che sta facendo più danni del Covid.
Cerchiamo di riprendere la vita convivendo con il virus. Cerchiamo anche di allentare questo clima di terrore, con tutte le trasmissioni incentrate sul virus.
Stiamo vivendo. La vita scorre. Ci sono anche altri problemi, non ultimo quello che si sta bloccando tutto il sistema sanitario. Ma ci sono persone che hanno bisogno di cure per altre patologie, esami, visite.
Proviamo a ricostruire una normalità: in Israele, paese dal quale prendiamo esempio, vedo che sorridono alla vita. Lo vorrei tanto anch’io, così come tutti quelli ai quali ho voluto dar voce con questo mio pensiero.
E invito Draghi, i suoi Ministri, i Parlamentari a riprendere il contatto con la gente, e cerchiamo tutti assieme di superare questa situazione.
a cura di Alessandro Resente