È mancata Marta Marzotto, con lei ho avuto un lungo rapporto di amicizia, fatta di affetto, ma anche litigi (tutti suoi), l’ultimo per aver pubblicato la notizia delle nozze della nipote prediletta Beatrice Borromeo con Pierre Casiraghi prima che Carolina ne ufficializzasse la notizia attraverso l’ufficio del palazzo di Monaco. Poteva essere simpatica o antipatica, ma credo di aver imparato da lei la vera generosità, nelle cose, come nei sorrisi.

A casa sua trovavi il mondo, dal ministro all’attore, ma anche la bella ragazza di grandi speranze o lo studentello spiantato che voleva conoscere i grandi talenti di questi ultimi decenni, da Guttuso, suo amante amato, che l’ha adorata come una musa, Lucio Magri (per il quale aveva sofferto come pochi), il marito industriale Umberto Marzotto (che l’ha sposata perché allora lei era pazza di lui e lui lo sentiva, un amore disinteressato, anche se lui era miliardario). Quando Guttuso si ammalò e poi morì fece di tutto per vederlo, per stargli accanto, la sua passione venne allo scoperto, la borghesia la condannò, suo marito la lasciò, rimase senza soldi («Ho dovuto vendere molti quadri), ma ha amato alla luce del sole, pagato, duramente. Per questo i figli la adoravano, soprattutto il suo Matteo.

Ciao, Marta e perdonami se come giornalista ti ho anche fatto arrabbiare, il tuo amico (perché amico ti sono stato davvero) Roberto…