Al cinema Angelina Jolie è Maria Callas

Dopo una vita che ha oscillato tra gioie e dolori dirompenti, sono soprattutto i posteri a riconoscere a Maria Callas il valore della sua arte. 

Il soprano greco è più vivo che mai nell’immaginario collettivo, soprattutto adesso che viene celebrato in una pellicola che ripercorre i suoi ultimi anni di vita, i più tragici: Maria, per la regia di Pablo Lorraìn.

Protagonista dell’opera è la divina Angelina Jolie, benché “divina” sia l’appellativo che viene riconosciuto alla stessa Callas, a suggello di una grandezza che non contempla né predecessori, né successori. 

Prima di morire lo scorso settembre, il regista Beppe Menegatti, marito di Carla Fracci nonché amico storico di Maria Callas, di quest’ultima ci raccontò:

«Dicono che avesse un brutto carattere. Sciocchezze! Era semplicemente la Callas: una donna consapevole del proprio valore, che si aspettava le venisse riconosciuto pure da coloro con i quali si interfacciava».

Angelina è Maria 

In Maria, attualmente nelle sale, non è stato facile per Jolie misurarsi con un personaggio che somiglia più a un’entità che a un’artista. Inoltre, vestire i panni del soprano ha costretto la diva a guardare in faccia i propri demoni, che ha scoperto essere incredibilmente simili a quelli della Callas. Primo fra tutti, la solitudine: «Entrambe siamo forse più vulnerabili e sensibili di quanto non appaia», ha rivelato l’interprete.

«Ci accomuna il fatto di lavorare duramente: non voglio paragonarmi, come artista, a Maria, ma come lei credo nell’impegno e nel sacrificio. E poi c’è la solitudine: nel privato, Maria e io siamo sole con i nostri pensieri e i nostri sentimenti».

Per il film, l’attrice ha dovuto prendere lezioni di canto, e ha spiegato: «Ero spaventata. Ma credo sia un dono, come artista, affrontare qualcosa che ti fa dubitare di te stesso». Ed ancora, in merito alla sua voce che sembrava rifiutarsi di uscire fuori durante il training: «Trovare la mia voce e liberarla è stato davvero difficile. Non sapevo di averla persa. Dev’essere successo quando mia madre è scomparsa, o forse quando qualcuno mi ha ferita». 

Il racconto del mito

Maria Callas era figlia di immigrati greci e, già da piccolina, veniva indicata quale bambina prodigio. Un destino scritto sin dal principio il suo, che si realizzò quando il primo marito, l’imprenditore Giovanni Battista Meneghini, riuscì a farla scritturare nei teatri più prestigiosi d’Europa, Scala incluso, dove il soprano fu coinvolto nelle rappresentazioni più memorabili della sua carriera. 

Tante le leggende che affollano il personaggio di Maria Callas, tra le più popolari quella che, per dimagrire e conformarsi a un modello di sottigliezza in trend negli anni 60, avesse ingoiato il verme solitario. Anche su questo, Menegatti disse la sua ai nostri microfoni: «La faccenda del verme solitario è una chiacchiera rifilata dalla stampa a fini sensazionalistici».

Il suo amore impossibile

Quanto a un altro mito che aleggia attorno alla Callas, Menegatti non poté fare a meno di confermarlo: davvero l’abbandono di Aristotele Onassis, col quale condivise un’intensa storia d’amore, fu un colpo insostenibile per l’artista, che l’atterrò tanto da farle lambire la depressione. Menegatti ci rivelò: «Io e Carla (Fracci) incontrammo Maria (Callas) a New York il giorno prima che la notizia del suo distacco da Onassis venisse resa pubblica. Non immaginavamo di avere davanti a noi una sopravvissuta. Fu brava a nascondere la devastazione che aveva dentro. La dignità fu il filo rosso della sua esistenza leggendaria. Che donna!». 

Aristotele Onassis lasciò Maria Callas per sposare Jacqueline Bouvier, meglio nota come Jackie Kennedy, vedova del 35esimo presidente degli Stati Uniti. Quando chiedemmo a Menegatti se fossero attendibili le voci di una rivalità tra queste due superdonne, tra le figure femminili più iconiche del secolo scorso, rispose: «Ho buone ragioni di credere che, tra le due, la persona deludente sia stata Jackie…».

Il declino della Divina  

Oltre all’abbandono di Onassis, la sorte sottopose Maria Callas anche a quello della sua voce superba. Infatti, il soprano era affetto da dermatomiosite, una patologia che determina il cedimento dei muscoli e dei tessuti, laringe compresa. Ciò che rimase della “Divina Callas”, ella decise di nasconderlo al resto del mondo e si condannò all’autoesilio.

Ad avvicinarla potevano essere solo i suoi domestici, in Maria interpretati da Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino. Per la sua coinvolgente interpretazione in Maria, a detta dei più, Angelina Jolie sarebbe già in odore di Oscar. Sarebbe la sua seconda statuetta dopo quella vinta per Ragazze interrotte, nel 2000.

A cura di Fabrizio Barbuto